IL PENSIERO DI PAPA FRANCESCO
Giornalista. “Santo Padre. Vorrei ritornare un attimo all’incontro che ha avuto con le famiglie. Lì ha parlato della “colonizzazione ideologica”. Ci potrebbe spiegare un po’ meglio il concetto?”
Papa Francesco:“Entrano in un popolo con un’idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Perché dico ‘colonizzazione ideologica’? Perché prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e rafforzarsi, per mezzo dei bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai “Balilla”, pensate alla Gioventù Hitleriana… Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza! I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. Ma quando vengono condizioni imposte dagli imperi colonizzatori, cercano di far perdere ai popoli la loro identità e creare uniformità” (19 gennaio 2015: Incontro con i giornalisti nel volo di ritorno dalle Filippine).
INTRODUZIONE
Alla maggioranza delle persone è ancora oscuro cos’è il “gender” o “l’ideologia di genere”, e di conseguenza le modifiche agli orientamenti antropologici e sessuali che intende imporre, eliminando la plurimillenaria “concezione personalista di uomo” ritenuta obsoleta e “la famiglia” fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna considerata una forma superata per identificare “tutto come famiglia”, aperta a qualunque situazione e prospettiva.
Con questi “appunti” voglio aggiornarvi su questa “peste” del XXI secolo affinché superiate l’errata idea che “l’ideologia di genere” riguardi unicamente il mondo accademico mostrandovi invece le tragiche ricadute che potrebbe avere sulla nostra società, sui nostri figli e nipoti come già avviene in alcuni Paesi.
Per prima cosa è essenziale rilevare che “l’ ideologia di genere”, come tutte le ideologie, è un palese travisamento della realtà, quindi falsa nei principi che afferma, volendo sganciare ed estrapolare la nozione e la concezione “persona” da un’essenza biologica incontrovertibile, cioè che tutti gli umani esistono geneticamente come “maschi” dotati dei cromosomi sessuali XY che veicolano il patrimonio genetico di quell’organismo e le “femmine” con i cromosomi XX. Nonostante queste diversità strutturali, uomo e donna, possiedono pari dignità pur con funzioni differenti. Da qui discende l’identità sessuale ben riconosciuta sia dal buon senso che dalla ragione. Attenzione, quindi, a non confondere “l’uguaglianza” con la “somiglianza” poiché unicamente, da queste “differenze sessuali” scaturiscono la vita e il proseguimento della nostra specie. Ciò non si basa su presupposti culturali ma è un “dato oggettivo innegabile”, fondato nell’ordine naturale della creazione; quindi su criteri insuperabili. Di conseguenza, la sostituzione della mascolinità e della femminilità con identità di genere basati su preferenze soggettive, psicologiche o sociali è un’intollerabile e inaccettabile pazzia. “L’ideologia di genere” invece afferma che volte, sesso biologico e genere sociale potrebbero coincidere, in altri casi divergono e si trovano in contrapposizione, ma poco importa essere concepiti come donne o come uomini, essendoci la possibilità “di cambiare”: da donna in uomo e viceversa a livello di ruolo, comportamentale e anche a fisico.
Di fronte a un “tsunami” ormai mondiale che si manifesta con modalità aggressive, pilotato da selezionate e ristette élite accademiche, filosofiche e politiche e da facoltose e potenti lobbies LGBT (sigla utilizzata per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) che hanno come obiettivo “il far trionfare il criterio dell’autorealizzazione del desiderio soggettivo e individuale come diritto a livello globale”, noi abbiamo il dovere, essendo dotati di giudizio, di ragionevolezza e di discernimento, di svegliarci per riaffermare l’assurdità e l’inaccettabilità di una visione dell’uomo scisso dal bio-logico, cioè dalla natura e di conseguenza dalla legge naturale.
E’ questa una missione sempre più ostica, poiché chi “difende l’evidenza” rischia di essere ritenuto “un fobico”, ossia un portatore di fobie, cioè di paure irrazionali, immotivate e sproporzionate nei riguardi di qualcosa che pericolo non è. E la fobia più clamorosa è “l’omofobia”, rivolta a qualunque osi esprimere posizioni di non adeguamento alle pretese di uniformare l’orientamento omosessuale all’orientamento eterosessuale, o comunque non accetti che l’orientamento sessuale rappresenti una caratteristica della persona a prescindere dalla sua realtà di essere uomo o donna. Per “l’ideologia di genere”, dunque, l’omofobia, e divenuta l’etichetta per indicare, stigmatizzando in senso negativo, chiunque non sia d’accordo con una determinata interpretazione della realtà, creando un capovolgimento dei ruoli, e chi sostiene che ogni persona ha diritto di manifestare la sua opinione è ritenuto un malsano o un aggressore da isolare, correggere e contenere. Da qui, il tentativo per ora fallito, di introdurre nel Codice Penale Italiano il “reato di omofobia”.
Tutti comprendiamo la pericolosità di questo inquietante capovolgimento della realtà, già accaduto nel passato con le dittature politiche ma, “questa dittatura”, è più brutale essendo “ideologica” e avendo come finalità la cancellazione del concetto di natura e, di conseguenza, il fondamento antropologico.
Esageriamo? Non direi. Basti leggere il prosieguo di questi appunti e ci renderemo conto della veridicità di queste affermazioni. Per il momento vi invito a leggere le decine di fatti riportati nel mio blog (https://www.gianmariacomolli.it/category/gender/).
Don Gian Maria Comolli
(prima continua)