Il Consiglio Affari sociali dell’Ue aveva elaborato un testo che mirava a tutelare la cosiddetta “uguaglianza di genere” nel web. Il solito ed ennesimo tentativo di sdoganare l’omosessualità e la transessualità. Nelle categorie da tutelare indicate nel documento erano presenti “giovani di basso status socio-economico, giovani appartenenti a minoranze etniche tra cui Rom, giovani con disabilità, giovani nelle aree rurali, giovani con un background migratorio e giovani LGBTIQ”. Ungheria e Polonia sono riuscite ad eliminare il riferimento ai “giovani LGBTIQ”.
Malta, Belgio e Olanda hanno fatto sapere che, per boicottare questa manovra di Ungheria e Polonia, si impegneranno a bloccare tutti i tesi in esame in Consiglio. Il duello continua.
Gender Watch
11 dicembre 2018