Oggi mi rivolgo a voi in qualità di kenositerapeuta e di ricercatore in Scienze della Vita Spirituale (SVS) per parlarvi di un nuovo metodo terapeutico: la “kenositerapia”.
Certamente saprete che per la salute del nostro corpo esiste una branca della scienza medica impegnata nel curare la capacità di muoversi: la chiamiamo “cinesiterapia”. Uno prende e chiama un cinesiterapeuta, il quale in una o alcune sedute riesce a rimetterci in piedi. Se sul piano corporale e materiale c’è la cinesiterapia, ebbene sappiate che sul piano spirituale esiste un metodo per prendersi cura dell’anima: la kenositerapia.
Questa pratica si chiama così perché – come la maggior parte dei termini greci – trova origini nella lingua greca. “Kenositerapia” viene dunque da “kénosi”, che vuol dire “abbassamento”, “spoliazione”, e “terapia”, che vuol dire “cura”. La kenositerapia è dunque la pratica che consiste nel mettere in atto la nostra capacità spirituale di abbassarci e spogliarci…
Com’è che funziona?
Questa pratica si basa sulle frasi del grande medico delle nostre anime, il re dei kenositerapeuti: Gesù. Egli ci dice: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà innalzato» (Lc 18, 14). La pratica basica della kenositerapia consiste nell’abbassarsi spiritualmente. È l’ABC della vita spirituale.
Il parallelo tra la capacità di abbassarsi fisicamente e spiritualmente è evidente.
Il corpo può entrare in una forma di rigidità che impedisce alla persona di abbassarsi. Lo sentiamo dire dalle persone di una certa età: «Non riesco più ad abbassarmi», o «Mi fa male se mi abbasso». Il cinesiterapeuta sta lì proprio per somministrare loro massaggi e cure che restituiscano loro l’agilità perduta.
Spiritualmente, ci fa un male cane abbassarci, spogliarci, perché il nostro orgoglio crea nella nostra anima un tale stato di contrattura, di rigidità, che il minimo movimento di abbassamento diventa impossibile. E quando cerchiamo di sollevare una questione o un problema, dobbiamo dare un colpo di reni – e sapete che biblicamente i reni sono il luogo che Dio sonda insieme con il cuore, lì dove risiede la verità (Sal 7, 10).
Abbassarsi non significa svalutarsi
Un santo (dunque uno “abbassato”) diceva: «Ho molta più paura del bene che si dice di me, perché è falso, che del male – perché è vero». Gesù è venuto a mostrarci che – lungi dallo svalutarci – l’abbassamento e la spoliazione valorizzeranno in noi la capacità di muoverci con una grande libertà di movimento. La terapia consiste dunque nell’adottare l’attitudine di agilità di Gesù come sottolinea san Paolo:
Abbiate in voi i sentimenti di Gesù Cristo, il quale pur essendo nella condizione di Dio non considerò un tesoro geloso l’essere uguale a Dio ma spogliò sé stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome… Fil 2, 5-9
Prendiamo coscienza del fatto che il nostro orgoglio ci irrigidisce fino al rigor mortis – che constatiamo solo dopo l’ultimo respiro. L’orgoglio uccide in noi la vita e rende rigida l’anima. È per questo che Gesù dice a chi vuole seguirlo: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti» (Mt 8, 22). La rigidità cadaverica colpisce quelli che vogliono innalzarsi perché crea una tensione per la quale l’anima non è fatta. Comprendiamo che quando Gesù dice “Chi si innalza sarà umiliato” non è, contrariamente a ciò che pensiamo, una sanzione, o l’espressione di uno spirito di contraddizione, ma l’ultimo tentativo di fare in modo che la persona ritrovi la propria agilità e riviva.
La maggior parte delle nostre rigidità fisiche – quando non sono traumatiche – viene dalle nostre rigidità spirituali. Nella sua opera “Meditazione cristiana profonda” [scritto in svedese e non tradotto in italiano, N.d.T.], Wilfried Stinissen fa cenno al fatto che le nostre tensioni vengono dal rifiuto di compiere la volontà di Dio.
Anzi, le nostre rigidità spirituali si estendono al fisico e ci dispongono agli stiramenti e a ogni sorta di trauma.
In cosa consiste una seduta di kenositerapia?
L’enorme vantaggio di questa terapia è che si può praticare nella vita di tutti i giorni, ovunque e in qualunque circostanza. Basta semplicemente accettare le contrarietà e le umiliazioni che si presentano, e considerarle come un balsamo sull’anima che ci prepara al massaggio del salvatore.
«Ci vogliono molte umiliazioni per fare un poco di umiltà», ci dice il saggio. Certo, l’umiliazione può creare dei traumi se non giunge con consenso. Un veleno può essere mortale, ma contiene in sé anche il principio con cui si può fare l’antidoto.
L’antidoto al nostro orgoglio è dunque l’umiltà. Se Gesù si è abbassato, umiliato, è perché anche noi potessimo accettare l’abbassamento e l’umiliazione.
Notiamo che Cristo non si è mai svalutato. E per noi si tratta di fare lo stesso. Salvo che quando ci abbassiamo, quando a sua immagine ci lasciamo umiliare, questo ci obbliga a prendere più profonda coscienza del nostro valore reale invece che dell’immagine che ci diamo.
«Sei prezioso ai miei occhi»
L’accettazione dell’umiliazione ci obbliga a scoprire qual è il nostro vero valore e agli occhi di Chi abbiamo valore. È la questione che pone il salmista: «Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi / il figlio dell’uomo perché tu te ne dia pensiero?» (Sal 8, 5). Agli occhi di chi noi siamo preziosi? Attraverso Giacobbe Dio ci dice: «Tu sei prezioso ai miei occhi, hai del valore e ti amo» (cf. Es 43, 4).
Più entreremo nella profondità di questa presa di coscienza, più saremo in grado di accogliere le umiliazioni come una grazia, come un cammino di conversione che ci è offerto gratuitamente. La kenositerapia ci rimette al nostro posto come la cinesiterapia rimette a posto i muscoli e i nervi.
Caterina da Siena ha avuto una seduta di kenositerapia tra le mani del “Grande Massaggiatore” che è Cristo, quando quello cominciò a manifestarsi a lei nella preghiera:
Sai, figlia, chi sei tu e chi sono io? Se hai questa duplice conoscenza, sarai felice. Tu sei quella che non è, io sono Colui che è. Se tu conservi nel tuo cuore questa verità, il nemico non potrà mai ingannarti e tu sfuggirai a tutti i suoi lacci; mai acconsentirai a porre un atto che sia contro i miei comandamenti e acquisterai senza difficoltà ogni grazia, ogni verità, ogni chiarezza.
Una simile seduta vi rimette spiritualmente in piedi per la vita.
Siamo tutti impanati nell’orgoglio e non siamo niente!
Ma non inganniamoci sulla radice del nostro orgoglio: non viene dal fatto che non siamo niente, ma che ci ostiniamo a non riconoscerlo.
Il paradosso del “niente” e del “tutto”
Fra i paradossi cari alla vita spirituale e spinti fino al parossismo nella via carmelitana, san Giovanni della Croce (Grande Massaggiatore davanti all’Eterno) maneggia con incredibile destrezza il paradosso del “niente” e del “tutto”.
È solo quando si è niente che si è tutto…
La kenositerapia è dunque una terapia dell’anima destinata a mantenerci in vita per esserlo poi pienamente il giorno della nostra morte, perché vivendo entriamo nella vita eterna secondo la parola di Teresa di Lisieux: «Io non muoio, entro nella vita»… E ci stava già fin da quaggiù.
Trattamento di Kenositerapia
Trattamento leggero : Dr. Francesco d’Assisi
Una ripetizione al giorno per trenta giorni
O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa’ ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
O Maestro, fa’ che io non cerchi tanto:
ad essere compreso, quanto a comprendere;
ad essere amato, quanto ad amare.
Poiché se è Dando, che si riceve,
perdonando che si è perdonati;
è morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Trattamento intenso: Dr. Giovanni della Croce
Una strofa a settimana – non superare la dose prescritta. Ripetere finché vita non sopraggiunga.
Per giungere a gustare tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Quando t’intoppi su qualcosa, smettila di gettarti in tutto.
Per arrivare in tutto a tutto, devi abbandonarlo totalmente in tutto,
e quando giungerai a possederlo totalmente, devi possederlo senza ricercare alcunché.
È nella spoliazione che lo spirito trova il suo riposo,
perché non desiderando niente nulla lo attrae affannosamente verso l’alto
e niente lo opprime verso il basso, perché sta nel centro della propria umiltà.
Per il riscaldamento: Dr. Rafaél Merry del Val
Un giro di campo
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio
Santa Trinità, unico Dio
Dal desiderio di essere stimato liberami, Signore
Dal desiderio di essere lodato
Dal desiderio di essere esaltato
Dal desiderio di essere ricercato
Dal desiderio di essere amato
Dal desiderio di essere onorato
Dal desiderio di essere preferito agli altri
Dal desiderio di essere consultato
Dal desiderio di essere approvato
Da ogni odio e da ogni invidia liberaci, Signore
Da ogni risentimento e rancore
Da ogni rivalsa
Da ogni pregiudizio
Da ogni forma di egoismo
Da ogni ingiustizia e da ogni viltà
Da ogni tendenza a giudicare e condannare
Dalla mormorazione e dalla critica
Da ogni giudizio affrettato e da ogni calunnia
Dall’orgoglio e dalla ostentazione
Da ogni permalosità e impazienza
Dalla tendenza ad appartarci
Dal sospetto e dalla sfiducia
Da ogni cattiva disposizione
Da ogni forma d’indifferenza
Da ogni prepotenza
Da ogni scortesia e sospetto
Da ogni suggestione del demonio
Da ogni offuscamento delle passioni
Dal timore di essere umiliato liberami, Signore
Dal timore di essere disprezzato
Dal timore di essere rifiutato
Dal timore di essere calunniato
Dal timore di essere sospettato
Dal timore di essere dimenticato
Dal timore di essere schernito
Dal timore di essere ingiuriato
Dal timore di essere abbandonato
Che gli altri siano amati più di me Gesù, datemi la grazia di desiderarlo!
Che gli altri siano stimati più di me
Che gli altri possano crescere nell’opinione del mondo e che io possa diminuire
Che gli altri possano essere prescelti ed io messo in disparte
Che gli altri possano essere lodati ed io dimenticato
Che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa
Che gli altri possano essere più santi di me, purché lo divenga santo in quanto posso
San Giuseppe, protettore degli umili prega per me
San Michele Arcangelo, che fosti il primo ad abbattere l’orgoglio prega per me
O Giusti tutti santificati specialmente dallo spirito di umiltà pregate per me
O Gesù, la cui prima lezione è stata questa: “Imparate da me che sono mite e umile di Cuore” insegnami a divenire umile come lo sei Tu
Perché vogliamo veramente bene ai nostri fratelli esaudiscici, Signore
perché siamo tra noi un cuore solo e un’anima sola
perché i nostri sentimenti siano come quelli del tuo cuore
perché rimaniamo uniti nello spirito
perché siamo concordi nell’azione
perché sappiamo comprenderci
perché sappiamo ammettere i torti e perdonarci reciprocamente
perché diveniamo servi premurosi gli uni degli altri
perché siamo sempre sinceri e aperti fra di noi
perché nelle nostre case regni la gioia della carità
perché nella nostra carità il mondo veda il Signore
perché nella nostra Patria regni la concordia
perché cessino le lotte di classe
perché la giustizia sociale sia compiuta nella carità
perché tutti gli uomini si amino
Gesù, che sei venuto sulla terra per servire gli uomini rendi il nostro cuore simile al Tuo
Gesù, che hai amato i poveri
Gesù, che hai consolato i sofferenti
Gesù, che hai sofferto per i peccatori
Gesù, che hai parlato dolcemente a chi ti schiaffeggiava e ti tradiva
Gesù, che hai raccolto l’invocazione del ladrone
Gesù, che hai lodato il buon Samaritano
Gesù, che sei morto sulla croce
Gesù, che continui a rinnovare il tuo sacrificio d’Amore per noi
Gesù, che ti fai cibo per sostenerci nel nostro cammino
Santa Maria, Vergine piccola ed umile prega per noi
Santa Maria, Vergine piena d’Amore e di carità
Agnello di Dio, che vivi nell’Amore del Padre
abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che hai portato agli uomini l’amore del Padre
esaudiscici
Agnello di Dio, che t’immoli per amore degli uomini
convertici
Perdonaci, o Signore tutti i nostri peccati
come noi perdoniamo a coloro che ci hanno offeso.
Preghiamo:
O Dio, che resisti ai superbi e dai la grazia agli umili: concedici la virtù della vera umiltà,
di cui l’Unigenito tuo Figlio s’è fatto esempio, affinché non provochiamo mai il tuo sdegno
con l’orgoglio, ma otteniamo piuttosto il dono del tuo Amore ubbidendo umilmente alla tua Parola.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Alein Noel
8 gennaio 2018 – Aleteia