Per il ritorno in edicola nel 2019, la gloriosa testata maschile italiana di Condé Nast ha deciso di puntare non sull’ambiguità, ma su un dato preciso. Il trans gender è trend.
Per la prima volta nei suoi 50 anni di storia, L’Uomo Vogue dedica la copertina a un modello transgender, il ventitreenne canadese Krow Kian è stato ritratto per una delle copertine del numero di gennaio dall’artista e fotografa Collier Schorr. La stessa fotografa firma anche l’attuale campagna Louis Vuitton, di cui proprio Krow Kian è uno dei protagonisti, dopo aver sfilato per la stessa maison francese lo scorso settembre (collezione primavera-estate 2019).
Quindi c’è un filone in atto e soprattutto è nata una stella nel mondo della moda che nulla ha a che fare con le mossettine ambigue di star e starlette degli ultimi decenni. Il transgender è una condizione e non un atteggiamento.
“È un onore per me”, racconta il modello nell’intervista della storia di copertina, “ed è un segno di quanti passi avanti sono stati fatti nel mondo verso l’accettazione dei transgender. Sono felice di rappresentare la comunità e incarnare un modello in cui i transgender possono identificarsi”.
“Siamo tutti in una fase di espansione dell’idea di ciò che rappresentiamo all’esterno”, commenta Collier Schorr, che nel suo lavoro ha spesso esplorato e messo in discussione le definizioni di identità, sessualità e genere. “In un certo senso, la fotografia è una traduzione. Krow è uno splendido essere umano e, nelle immagini, l’aspirazione alla mascolinità interagisce con la mentalità di chi è nato femmina”.
Emanuele Farneti, direttore della testata, paragona la storia di Krow Kian a “una magnifica fiaba: il segno che qualcosa, nei giornali e sulle passerelle, sta cambiando in maniera radicale. Siamo felici di essere parte di un movimento di empowerment e di visibilità, soprattutto nei confronti dei più giovani. L’Uomo Vogue ha dedicato la cover a Ethan James Green e le famiglie queer, ma in questo caso siamo particolarmente fieri perché Krow è davvero una persona speciale: il mondo sta cambiando verso una sempre maggiore accettazione delle diversità e la moda può e deve essere un acceleratore di questo percorso”.
“Il mondo della moda deve abbracciare tutti e dare l’esempio al resto della società”, dice Robbie Spencer, stylist del servizio, che ha scelto per il modello uno stile fatto di zoot suit e camicie di rayon, ispirato all’eleganza nostalgica di un divo che assomiglia a John Lurie, Chet Baker e Jim Jarmusch. “Ho sempre fatto di tutto per dare sostegno e visibilità ai modelli LGBTQIA, e vedere Krow sulla copertina di un maschile così iconico è un evento davvero emozionante. Non ci sono più limiti a ciò che l’abbigliamento maschile può essere”.
Con le 45 presenze transgender sulle passerelle dei grandi marchi nel 2018 – un enorme incremento rispetto alle 12 dell’anno precedente – un’intera generazione di giovani può rivendicare il proprio spazio e riscrivere la propria narrativa. “Mi sembra pazzesco che brand come Louis Vuitton e magazine come L’Uomo Vogue mettano un modello trans sotto i riflettori”, osserva Krow Kian nella storia di copertina, “perché così si rappresenta un gruppo di persone che non ha molti modelli famosi a cui ispirarsi e in cui identificarsi”.
Krow ha iniziato la sua carriera molto precocemente, quando ancora si presentava al femminile. “Ero a una festa di compleanno della scuola elementare”, ricorda, “quando una delle bambine mi ha detto come sua madre fosse convinta che io facessi la modella, e mi ha incoraggiato a provare. Ho chiesto il permesso a mia madre. Avevo 12 anni quando mi ha preso un’agenzia, 13 quando ho fatto il primo viaggio di lavoro in Giappone. Ho continuato per sei anni, poi mi sono fermato per dedicarmi alla transizione. (…) La transizione fisica l’ho iniziata tre anni fa, ma a 16 anni avevo già deciso di farla. È difficile descrivere quello che si prova: provo a spiegarlo in un documentario sulla transizione e sulla mia personale esperienza. Si intitola Krow’s TRANSformation, dovrebbe essere pronto in primavera. Comincia da prima dell’inizio della terapia ormonale, e arriva alla sfilata per Louis Vuitton”.
A quella sfilata, spiega, l’ha portato proprio il documentario: “Liz Bell, la mia agente, aveva sentito dire da Gina Hole, produttrice del documentario, che stavo pensando di ricominciare come modello. Quando Liz ha saputo che Louis Vuitton stava cercando modelli trans e gender fluid, Liz mi ha chiesto un incontro e si è offerta di candidarmi. Da lì tutto è andato per il meglio, e a loro sono piaciuto. Da quel momento la mia vita è pazzesca”. La moda, dice però, è solo una parte del suo mondo: “Il mio sogno d’infanzia, e anche attuale, è il canto, e conto di arrivarci con l’aiuto del lavoro da modello. Adoro intrattenere, portare un sorriso alle persone. Voglio coltivare un’ampia gamma di talenti nel mondo dell’entertainment: il lavoro da modello deve aiutare quello da cantante, quello da cantante aiutare quello da modello, entrambi possono aiutare quello da attore, e viceversa”.
https://www.thewaymagazine.it/targets/il-modello-trans-su-luomo-vogue/