«Questa bambina ci ha donato l’opportunità di vivere d’amore». Alix è alla sua quarta gravidanza quando vengono riscontrate gravissime anomalie nella bimba che aspetta; è destinata quindi a morte certa. Eppure quella di questa famiglia francese è una storia di rinascita e di gioia. Anche grazie all’intercessione di San Giovanni Paolo II. Filomena, chiude gli occhi e apre quelli della mamma al senso dell’eterno.
Questa vicenda ha i tratti della non notizia, a guardare come si comporta il mondo, e quello dei media in particolare. Invece, attraverso la pagina Facebook di Famille Chretienne, è arrivata anche a me e mi è parsa una vera bomba.
Non per costruirci scoop o per enfatizzare aspetti commoventi e lacrimevoli; nemmeno per accendere la polemica intorno alla vita del nascituro e ai feroci lupi che la stringono d’assedio. Solo per la verità che dimessamente e indefettibilmente porta.
Sembra un esempio di come davvero ogni cosa, anche la più personale e nascosta per natura come può essere il procedere di una gravidanza nelle prime settimane, finisca per essere rivelata.
«Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. 2 Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3 Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. (Luca, 2-3).
Vale per i medici che spingono a queste scelte, per madri e padri stessi che cedono o scelgono di corsa la scorciatoia dell’aborto in fuga dal dolore, spinti dall’angoscia o altro. Ma vale anche per le piccole vite invisibili come quella di Filomena: lei doveva restare nascosta, taciuta; invece è issata come un vessillo nelle schiere del Re degli eserciti.
La sua mamma si chiama Alix Putz, ed è moglie e madre di altri tre bimbi. Di professione fa la psicologa, la sua fede è la nostra.
Cette psychologue catholique toulonnaise a eu une petite fille le 6 janvier 2018 qui n’a vécu que quinze minutes. C’était il y a un an.
Questa psicologa cattolica di Tolone ha avuto una bimba il 6 gennaio 2018 che è vissuta solo quindici minuti. E’ passato un anno. (Ibidem)
Coppia alla quarta gravidanza riceve diagnosi di Trisomia 18: incompatibile con la vita. Davvero?
Apre così l’articolo del magazine d’oltralpe, nella versione online. E prosegue con i passi successivi della vicenda: uno di questi è subito di troppo, buttato là con la banale normalità dei protocolli consolidati come l’opzione più accettata, in casi come questi.
Une journée de juin, Alix se présente joyeusement à l’hôpital. Son mari et ses trois enfants l’accompagnent pour la première échographie de sa grossesse. Premier choc : la gynécologue annonce à la famille que l’embryon présente des signes inquiétants. Jeudi 13 juillet, le diagnostic tombe. Trisomie 18 : aucun espoir de guérison. Philomène va avoir une espérance de vie courte, in ou ex utero. Deuxième choc : la gynécologue programme une interruption médicale de grossesse (IMG) pour le lundi suivant.
Una giornata di giugno, Alix si presenta gioiosamente all’ospedale. Suo marito e i suoi tre figli l’accompagnano per la prima ecografia della sua gravidanza. Primo choc: la ginecologa annuncia alla famiglia che l’embrione presenta dei segni inquietanti. Giovedì 13 luglio, arriva la diagnosi: Trisomia 18: nessuna speranza di guarigione. Filomena ha una speranza di vita breve, dentro o fuori dell’utero materno. Secondo choc: la ginecologa programma un’interruzione medica di gravidanza (aborto terapeutico, ndr). (Famille Chretienne)
La coppia, che è credente, si lascia interrogare, perché forse seriamente tentata dalla proposta della dottoressa come unica via ragionevole.
La data per l’aborto”terapeutico” è già fissata, ma la coppia si ferma a riflettere
E di questo, bisogna sempre tenere conto. Suona a volte come una vera istigazione, la presentazione della soluzione abortiva; e spinge su cuori già affranti con una pressione che non tutti sono in grado di reggere: ci si può sentire sospinti a fare ciò che l’autorità medica e la stessa società si attendono dai genitori in casi simili. Con la nemmeno troppo segreta speranza, magari, di evitarsi grandi dolori (ci saranno, in caso di nascita con gravi disabilità), fatiche immani (non conosceranno tregua), battaglie che non ci si crede capaci di combattere. Oppure, in caso di prospettive di morte certa e imminente, può sembrare ragionevole e sensato, anzi pietosamente umano, facilitare il processo, liberandosi il prima possibile di un piccolo ma greve fardello.
Invece no, marito e moglie, come persone adulte e mature, decidono di rivolgersi alla loro di mamma: la Chiesa. E così, attraverso un suo pastore, ricevono parole salutari e vere.
Pendant le week-end, le couple se retire à la campagne. Quoique catholiques pratiquants, ils se posent la question de l’avortement. Ils rencontrent un prêtre, de passage pendant un camp scout à proximité. Il les éclaire par une phrase, difficile à entendre sur le moment : « Peut-être que c’est une solution aujourd’hui, mais pensez à votre mort. » Les parents décident de poursuivre la grossesse.
Durante il week-end, la coppia si ritira in campagna. In quanto cattolici praticanti, si pongono la questione dell’aborto. Incontrano un prete, di passaggio durante un campo scout nei pressi. Egli li illumina con una frase, difficile a intendersi sul momento: «Forse è una soluzione oggi, ma pensate alla vostra morte». I genitori decidono di proseguire la gravidanza. (Ibidem)
Ricordiamoci della nostra morte, scopriremo la Vita…
Ecco a cosa serve pensare alla morte: a sapere che oltre questa cortina di apparenze terrene incontreremo faccia a faccia nostro Padre; e che vedremo nella verità anche noi stessi e tutte le azioni compiute. Si mostreranno all’interno del disegno che Lui ha tratteggiato e nulla sarà insignificante.
Pensate alla vostra morte, dice il sacerdote. Non alla sua, della piccina, della bimba inabile alla vita. E non è proprio invece lei, in questa come in altre storie, a mostrarsi capace di vita vera, essenziale e compiuta?
San Giovanni Paolo II: un aiuto concreto, dal cielo alla sala parto
Dal momento che accettano questa salita, i due e anche i loro figli di riflesso, ricevono grazie e aiuti spirituali incredibili. Uno di questi porta la firma di San Giovanni Paolo II, il Pontefice della maestà della vita, della regalità del matrimonio, del valore della sofferenza. Alix interrompe la propria attività professionale per il resto della gravidanza e si trova faccia a faccia con il problema vero della speranza di fronte alla morte. Cogli i limiti dei mezzi solo umani.
«Se la Chiesa ci domanda di scegliere la vita, allora bisogna domandare il suo aiuto!» e così, grazie all’amicizia misteriosa e reale con i Santi, soprattutto S. Giovanni Paolo II e S. Filomena, patrona della bimba, si prepara nello stesso tempo alla vita e alla morte.
Offre la vita della propria bimba, «una scelta che non può essere fatta se non pensando che la Vita è al di là dell’esistenza terrena».
Jean-Paul II répond à ses prières : il met sur sa route Sœur Marie Simon-Pierre, miraculée par l’intercession du Saint-Père. La Petite Sœur des Maternités catholiques est en effet présente à la maternité de l’Étoile, à Puyricard (Bouches-du-Rhône) où Alix choisit d’accoucher, et la future maman se sent pour la première fois accueillie.
Giovanni Paolo II risponde alle sue preghiere: mette sulla sua strada Suor Marie Simon-Pierre, miracolata per l’intercessione del Santo Padre. La Piccola Suora delle Maternità cattoliche è in effetti presente nel reparto maternità l’Etoile, a Puyricard dove Alix sceglie di partorire, e la futura mamma si sente per la prima volta accolta. (Ibidem)
Il giorno dell’Epifania del 2018 Alix si prepara a partorire. Nella sala parto ci sono due spazi: uno per la nascita della piccola Filomena e l’altro per la rinascita, ovvero il Battesimo, immersione nella morte e nella resurrezione di Cristo.
La nascita di Philomène: la gioia dolorosa di affidarla subito al Padre
Partorirà con la mano di Suor Marie Simon-Pierre posata sulla sua spalla sinistra. Hanno un senso psicologico innato, queste religiose, osserva Alix.
Il Battesimo è celebrato dal capellano dell’ospedale. Sorelline e fratellino riescono a vedere viva la piccola Filomena; avranno anche il calco dei piedini della bimba che già devono salutare.
E’ diventato un momento gioioso, dice Alix. Filomena rende il suo spirito nella veste battesimale, dopo aver ricevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana. Al terzo giorno, dirà Alix, sente che “tutto è compiuto”: Filomena è tornata al Padre.
La puerpera lascerà l’ospedale ripetendo come una giaculatoria le parole di Charles de Foucauld: « Beata sei tu, che hai messo al mondo una santa». (Ibidem)
Oggi si dice straordinariamente felice di avere avuto Filomena poiché “le grazie sono andate di pari passo con le sofferenze“.
Chiudendo gli occhi, Filomena ha aperto quelli si sua madre, che si considera nata spiritualmente il 6 gennaio.
«Questa bambina ci ha donato l’opportunità di vivere d’amore».
Sta prendendo in considerazione di scrivere un libro e di specializzarsi nell’accompagnamento del lutto peri-natale.
Vite inutili o veri pionieri del Regno di Dio? Piccola Filomena, prega anche per noi!
Ecco cosa sanno fare i più piccoli tra i piccoli. Sono i migliori apprendisti di Dio che nella debolezza è forte, che ribalta sempre le carte in tavola a volte anche il tavolo stesso. Che sceglie i nascosti, gli inermi, gli apparentemente insignificanti per rinnovare e ripetere ed allargare il proprio trionfo.
A Dio, cara Filomena. Ora che puoi abbi pietà anche dei nostri cuori di pietra e prega che il Signore ci rimetta in petto cuori di carne.
Paola Belletti
Aleteia, 15 gennaio 2019