A denunciarlo un’emittente indubbiamente non confessionale come la BBC: dopo aver definito la pillola tra le più grandi scoperte del XX secolo, diffonde studi e testimonianze che parlano di danni gravi e trasformazione di intere aree del cervello.
Criticare la pillola anticoncezionale, portarne alla luce i lati oscuri, sta uscendo dal recinto di competenza dei soli “fissati con la vita” come i cattolici. Gli effetti collaterali della pillola contraccettiva sono noti, ma resta la compagna fedele di molte donne dalla pubertà alla menopausa.
Fa schifo, dicono le donne
Anche una testata storica come l’inglese BBC comincia con un inchino di prassi, ma poi produce un lungo e approfondito contributo sugli effetti collaterali della pillola:
Gli effetti economici e sociali della pillola sono stati profondi e ben documentati. Si può godere del sesso senza paura di una gravidanza. All’improvviso le donne hanno potuto dedicare i loro 20 e 30 anni all’educazione e alla carriera, anziché alle faccende domestiche e ai pannolini. (da BBC Future)
Conosciamo bene questo stereotipo, altrettanto bene si può testimoniare che questa devozione alla carriera non ha portato la felicità in terra alle donne; non sono più isolati i casi di donne di successo che legano a doppia mandata il loro sguardo sul lavoro all’essere madri. Ma oltre a ciò si vorrebbe, molto più banalmente, affermare che non è un insulto e non è disdicevole per il femminile coltivare il sacro recinto domestico, se è un scelta di libera volontà appassionata della donna.
La pillola va a braccetto con l’abbaglio moderno che vuole una donna ambiziosa, padrona del suo corpo, fondamentalmente sola.
La pillola è stata ripetutamente definita la più grande invenzione del XX secolo e si dice che sia responsabile per un terzo dell’incremento del salario femminile dagli anni ’60. (da BBC Future)
Non è affatto difficile credere che una dipendente con un ventre libero da sorprese sia accolta a braccia aperte dalla logica stritolante del mercato, assetato di spremere ogni minuto in più di manodopera. E’ altrettanto noto a tutti che la parità di trattamento economico tra uomini e donne è tuttora una chimera. E’ ancora più triste metterla su questo piano: soldi vs no procreazione. Usando lo specchietto per allodole della ricchezza, si insinua il pensiero che in fondo la maternità è un’incombenza sacrificabile.
Ma nonostante tutte queste sviolinate, non è più possibile nascondere sotto il tappeto ciò che le donne sanno perché lo vivono sulla propria pelle: la pillola non è la più grande invenzione del XX secolo, produce effetti collaterali che vanno dal lieve al pesante, dalla sfera corporea a quella emotiva.
Si intitola “Fa schifo “ il video realizzato, appunto, dalla BBC in cui 8 donne provenienti da aree geografiche dislocate in ogni parte del mondo (USA, Venezuela, Tanzania, Nepal) raccontano la loro pessima esperienza con la pillola contraccettiva, danni alla salute fisica ed emotiva che le ha penalizzate sul lavoro e segnate nella vita privata: parlano di trombosi, emicranie, depressione, tumori.
Non è una novità; è invece una bella novità che si dia spazio a queste voci non solo in settori di nicchia dell’informazione. L’altro grande effetto collaterale documentato è l’annullamento del desiderio sessuale nella donna; forse in sé e per sé non produce danni alla salute, ma è una vera e propria violenza sotterranea che facciamo al nostro corpo.
Sì, proprio quel corpo delle donne che va difeso dai soprusi altrui, va anche amato e difeso nel suo essere sessualmente partecipe di un ciclo vitale.
I racconti delle donne intervistate dalla BBC hanno due elementi in comune: l’omertà dei medici a dichiarare responsabile la pillola dei malanni denunciati dalle protagoniste; l’immediata (pochi mesi) sparizione dei sintomi negativi una volta interrotta l’assunzione del contraccettivo.
Un cervello maschile
Oltre a ciò la testata inglese spalanca un’altra finestra nella zona buia della pillola e lo fa portando a conoscenza gli studi della dottoressa di Neuroscienza cognitiva Belinda Pletzer dell’Università di Salisburgo. E’ un campo d’indagine recente, la Pletzer ne ha dato notizia nel 2014, per cui vedremo cosa ci riserveranno gli approfondimenti futuri: emerge che il cervello delle donne che prendono la pillola è diverso da quelle che non la prendono, e si diversifica assumendo una conformazione più tipicamente maschile.
Ciò che lei ha scoperto è impressionante. La scansione rivela che molte aree del cervello sono più ampie nelle donne che prendono la pillola, a confronto di quelle che non la prendono. Queste aree sono le stesse che sono più ampie nell’uomo rispetto alla donna. (Ibid)
Un esempio immediato da capire? Nel campione di donne oggetto di studio si è notato che molte di quelle che assumono la pillola cominciano ad avere difficoltà nella selezione delle parole, ma maggiore abilità nell’avvitare gli oggetti.
Entrambe le caratteristiche sono tipiche dell’uomo (vocabolario più ridotto e meno propenso alla creazione verbale; di contro una spiccata abilità manuale). Sono, se vogliamo, piccoli segnali di un dato nient’affatto piccolo:
Ci viene spesso detto che la pillola contiene estrogeno e progesterone. Ma nessuna pillola contiene alcuno di questi ormoni. Questo perché, quando è assunta oralmente, l’estrogeno e i progesterone si disintegrano troppo presto per avere un effetto pratico. Invece la piccola ne contiene una versione sintetica, costruita con ormoni più stabili che vengono alterati per imitare gli altri. Questi effetti mascolini sono stati ampiamente studiati dagli scienziati, e sono reali : certi tipi di pillola hanno effetti peggiori, specialmente sulle donne suscettibili. L’ormone maschile che viene usato nelle pillole è un parente stretto del testosterone chiamato nandrolone. […] E’ usato talvolta come doping per gli uomini. (Ibid)
Quando lo assumono gli atleti è da considerare doping, e lo si condanna senza appello; ma lo accettiamo allegramente nel caso di donne che l’assumono ogni giorno, talvolta dalla pubertà fino alla menopausa. Questo è il commento della dottoressa Pletzer, e coglie nel segno.
In molte si lamentano per la comparsa di acne o peluria sul viso, come conseguenza della pillola e certamente sono altri segnali per nulla positivi. Ma gli studi in questione mettono sul tavolo i dati di una alterazione corporea grave.
Il corpo delle donne, appunto
Il corpo delle donne non tiriamolo fuori solo per i femminicidi o per le manifestazioni pro aborto. Consideriamolo sempre, anche quando si tratta ciclo mensile e procreazione. La facilità con cui si deglutisce una pillola e non ci si pensa più ci rende estranee al nostro stesso corpo. Se ascoltato e guardato, non fa cose a vanvera. Ha una ciclicità che è stupefacente. Molte giovanissime crescono con lo spauracchio di rimanere incinta, trattando il proprio corpo come uno sconosciuto dal punto di vista biologico ma offrendolo in libertà ad avventure passeggere. Ignorano i danni a cui vanno incontro deglutendo quella pasticca.
E’ consolante che l’educazione sui metodi naturali stia uscendo dal recinto dei soli bigotti cattolici, perché la salute e il benessere della donna non sono una faccenda religiosa. Tutt’altra parentesi merita l’educazione all’affettività e cioè la proposta entusiasmante di legare la sessualità umana a un’ipotesi di apertura alla vita; ce ne siamo occupati e continueremo. Ma premeva oggi aggiungere questo tassello alla discussione: gli effetti collaterali di questo medicinale definito “la più grande scoperta del XX secolo” rischiano di precipitarlo tra le più grandi catastrofi del XXI.
Annalisa Teggi
Aleteia, 28 gennaio 2019