Rosolen attacca la decisione di proiettare nelle classi Fvg ‘Just Charlie’, film che mette al centro il tema dell’identità di genere.
“Corretta la proiezione di film che mettano al centro il tema del rispetto. Giustissimo combattere ogni forma di prevaricazione, bullismo o violenza, nell’accezione più ampia. Resta una domanda: è possibile evitare subdoli tentativi di associare il concetto di gender a una conquista? Non ci si può chiedere se lo smarrimento di Charlie sia determinato da altre motivazioni che non riguardino l’identità di genere? Ad esempio che il ragazzo sia un sostenitore del Manchester United, squadra rivale del City? In una fase delicata e complessa come l’adolescenza, perché qualcuno vuole imporre modelli culturali imbevuti di ideologia, senza pensare al disorientamento che questi possono provocare?”.
Così Alessia Rosolen, assessore regionale all’Istruzione, nello stigmatizzare un’iniziativa “proposta – spiega – dal sistema regionale delle Mediateche in accordo con il Garante regionale dei diritti alla persona che non ha previsto il coinvolgimento della Regione né dell’Ufficio scolastico regionale e che intende proporre a tutte le scuole del Fvg la visione di una serie di film sui temi del rispetto. Uno dei film selezionati, Just Charlie, mette al centro il tema dell’identità di genere; si tratta della storia di un adolescente della provincia inglese intrappolato nel corpo di un fanciullo combattuto fra il desiderio di assecondare le ambizioni del padre, che lo vede calciatore di talento per il Manchester City, e il bisogno di affermare la propria identità”.
“Trovo profondamente scorretto e pericoloso – prosegue Rosolen – l’utilizzo improprio di strumenti formativi e didattici, quando questi vengono piegati a interessi di parte o, peggio, a logiche propagandistiche condotte in modo pavido. I sepolcri imbiancati del gender abbiano la decenza di non fare esperimenti sulla pelle dei bambini e dei ragazzi. Concludo, osservando che gli attivisti gender dovrebbero sforzarsi, quantomeno, di leggere linee guida e gli indirizzi dell’ufficio scolastico regionale. Il Garante garantisca tutti e non faccia battaglie di parte. Nel caso, liberissimo: prima si dimetta, però”.
“Just Charlie è un un film su un problema di identità di un adolescente, ma in mezzo a una rosa di 30-40 titoli. La scelta viene fatta tra il sistema delle mediateche e il Garante, tra i film che possono andare bene per i ragazzini e i ragazzi. Temi come rispetto, tolleranza, amicizia, coraggio, difficoltà dei ragazzi, assolutamente lontani dai temi che sta toccando l’assessore. Mi spiace che abbia preso una posizione così dura, e lo chiarirò con lei”. Il Garante regionale dei diritti della persona del Friuli Venezia Giulia, Fabia Mellina Bares, sentita dall’agenzia stampa Dire, si dice molto sorpresa dalle parole dell’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, in merito alla scelta del film.
Uno strumento di propaganda gender, secondo l’assessore, che ha puntato il dito contro il Garante chiedendo di “non fare battaglie di parte”, o di dimettersi. “Assolutamente lungi da me il fatto di fare propagande – continua Bares- perchè non è nel mio stile e l’assessore dovrebbe saperlo. Il mio solo interesse è che si combattano il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole. E lo facciamo con film come ‘Wonder‘ – continua – e ‘Just Charlie‘ è una pellicola su problemi di identità che un ragazzino può avere. Non pensavo che urtasse la sensibilità, è solo un tema tra i tanti”.
In caso di richiesta di rimozione del film dalla lista destinata alle scuole, Bares sottolinea che non spetta al Garante rimuoverlo, proprio perchè “sono le famiglie e le scuole che li scelgono per i loro bambini e ragazzi”, a seconda dei temi che vengono affrontati in quel periodo nelle lezioni.
29 gennaio 2019
http://www.ilfriuli.it/articolo/politica/scuola,-scoppia-un-nuovo-caso-gender/3/192520