Il nunzio apostolico in Siria visita l’Ungheria e racconta l’attuale condizione dei cristiani nel Paese, dilaniato dalla guerra. Il primo ministro, Viktor Orbán, dona un contributo di un milione e mezzo di euro per il programma umanitario “Ospedali aperti.”
La sanguinosa guerra che da 8 anni insanguina la Siria ha, tra le altre cose, fatto scendere la componente dei cristiani intorno al 2%. La presenza dei discepoli di Cristo in Medio Oriente corre il rischio di estinguersi non tanto perché vengono distrutte le chiese, ma perché gli uomini emigrano all’estero, mentre le famiglie con un coniuge cristiano e uno musulmano seguiranno la religione islamica. E’ un quadro sempre più critico quello che il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha tracciato sulla situazione in cui versa il Paese. L’occasione, riferisce il blog dell’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede, citato dall’agenzia vaticana Fides, è stata la visita che il porporato ha compiuto a Budapest nei giorni scorsi.
La solidarietà dell’Ungheria in Siria
Intervenendo a un convegno organizzato nell’aula magna dell’Università Cattolica Péter Pázmány (Ppke) di Budapest, in collaborazione con la Segreteria per l’aiuto ai cristiani perseguitati e il programma Hungary Helps, il porporato ha precisato che dopo la seconda guerra mondiale i cristiani in Siria costituivano il 25% della popolazione, percentuale scesa al 6% già prima del conflitto. Tra le cause di tale diminuzione, il cardinale Mario Zenari ha fatto riferimento anche al basso tasso di natalità delle famiglie cristiane. La visita del nunzio apostolico a Budapest ha avuto luogo anzitutto per il lancio dell’iniziativa “Ospedali aperti”, per finanziare le cure mediche di circa 4500 pazienti in strutture sanitarie siriane nell’arco di un anno. Lo scorso 22 gennaio, è stato lo stesso primo ministro ungherese, Viktor Orbán, a consegnare il contributo di un milione e mezzo di euro. Il segretario generale della Fondazione AVSI, Giampaolo Silvestri, che ha accompagnato il cardinale Mario Zenari a Budapest, ha presentato l’operato dell’istituzione e, in particolare, il programma “Ospedali aperti” da essa gestito. Ha poi ringraziato il Governo ungherese per essere stato il primo a contribuire con fondi pubblici a questo programma umanitario, nella speranza che altri paesi ne seguano l’esempio.
Un perenne stato di incertezza e di violenza
In Siria, intanto, la situazione resta difficile. Questa mattina, un’autobomba è esplosa nel nord-ovest, causando un numero ancora imprecisato di vittime. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), secondo cui si è trattato di un attentato suicida compiuto nella città di Idlib.
Barbara Castelli
29 gennaio 2019
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-01/siria-presenza-cristiani-scesa-al-2-per-cento-zenari-ungheria.html