«Sono convinta che, se non avessi avuto la fede a sostenermi, non avrei mai superato la malattia». La cantante lanciata da XFactor ha raccontato il suo rapporto con Gesù e la Madonna.
Capelli rossi, occhi azzurri, lentiggini e tatuaggi. Eva Pevarello classe 1990, tatuatrice di professione e cantautrice per passione, nasce a Thiene, in provincia di Vicenza in una famiglia di giostrai e gira così l’Italia in roulotte visitando i Luna Park di tutta la Penisola. Un’infanzia trascorsa nel folklore delle sagre, delle fiere, delle feste patronali tra banchi, giochi, musica, artisti. In una recente intervista su Credere ha raccontato:
«I miei genitori avevano un tiro a segno e animavano le feste patronali, le sagre e le fiere di tutta Italia. Tra i miei parenti c’è chi continua a fare questo mestiere, compresa mia nonna che ha 91 anni e lavora ancora con il suo banchetto di zucchero filato!» (Credere)
Grazie a mia nonna credo in Dio
Una nonna speciale che non solo la circonda di affetto ma le trasmette la fede e la devozione per la Vergine Maria, instillando nel suo cuore la certezza di non essere sola e di essere amata da Dio:
«Mia nonna è sempre stata molto credente. Da bambina mi parlava amorevolmente di Gesù e della Madonna, e io li sentivo vicini. È una sensazione difficile da spiegare, ma da allora quella certezza non mi ha mai abbandonata» (Ibidem)
La malattia: un linfoma di Hodgkin
Nel frattempo Eva si diploma in disegno e comincia ad esibirsi con la sua band tutta al femminile, Le quote rosa, per il Veneto. E così nel fiore dei suoi progetti e dei suoi anni, all’improvviso, la malattia si affaccia nella sua vita con la sua ombra di sofferenza e paura. Arriva la diagnosi: un linfoma di Hodgkin.
«Avevo fatto analisi di routine, scoprendo che alcuni valori erano alterati. È stato terribile, ho temuto il peggio» (Credere)
Senza la fede non ce l’avrei fatta
In quel momento drammatico la giovane riscopre più viva che mai la fede, nel buio del dolore c’è una luce che la guida: la certezza di essere nelle mani del Signore. Ed è solo grazie a questa incrollabile fiducia che riesce a sopportare il percorso di guarigione fatto di visite, cure, terapie:
«Ho sentito una grande forza farsi spazio dentro me. Era la fede, quella fede appresa da bambina dalle parole di mia nonna (…) Sono convinta che, se non avessi avuto la fede a sostenermi, non avrei mai superato la malattia» (Ibidem)
L’anello con l’effige della Madonna di Lourdes
Eva, chiedo nero, piercing, anfibi, indossa sempre con grande devozione un anello speciale che raffigura la Madonna di Lourdes. Nella tempesta del tumore la fede è stata la roccia a cui aggrapparsi:
«In quel momento mi ci sono aggrappata con tutta me stessa e oggi sono qui, perfettamente guarita. Lo vedi questo? (…) Maria è sempre con me, sento che mi protegge e segue i miei passi. Durante tutto il periodo della malattia mi è stata vicina e continua a farlo, ne sono convinta».
Nel 2016, dopo aver sconfitto il linfoma di Hodgkin, la giovane si presenta ad XFactor con un suo brano che racconta l’esperienza appena vissuta. La canzone si intitola Un’altra corsa e commuove i giudici.
Si classifica al terzo posto conquistando l’amore del pubblico con la sua voce intensa che esprime grinta e dolcezza grazie ad un brano scritto per lei da Giuliano Sangiorgi Voglio andare fino in fondo, interpretato con grande slancio e gioia.
Eva, con la sua chioma ribelle e la testa piena di sogni, si impegna e non molla mai, sa che con la tenacia e la passione i progetti si concretizzano e così grazie anche all’importante esperienza sul palcoscenico di XFactor, prende il volo la sua carriera musicale. Apre i concerti di artisti famosi come Carmen Consoli, Max Gazzè, gli Afterhours e firma un contratto con la Sony. Nel 2018 partecipa a Sanremo giovani nella categoria Nuove Proposte con il pezzo Cosa ti salverà.
Chi l’ha salvata e la salverà Eva già lo sa: è il Signore, che per intercessione della Vergine Maria non l’ha mai abbandonata. Con questa certezza nel cuore nessuna sfida fa paura e ogni sogno è bello perché lo realizza Dio.
Silvia Lucchetti
Aleteia, 11 febbraio 2019