Con un entusiastico editoriale in prima pagina firmato da Paolo Russo e Michele Sasso, ieri la Stampa derubricava i dubbi sulla somministrazione della triptorelina agli adolescenti affetti da disforia di genere a “crociata” portata avanti dalle “associazioni conservatrici” e dai “fan della famiglia tout court” che fanno parte del “network ultra cattolico” che si è ritrovato a Verona a fine marzo. In un articolo molto ideologico e poco scientifico, si tessevano le lodi del farmaco da poco introdotto nel Sistema sanitario nazionale a carico dello stato che blocca lo sviluppo puberale degli adolescenti permettendo loro, se affetti da disforia, di scegliere più avanti il sesso a cui appartenere. Abbandonare il tifo da stadio su temi così delicati e approfondire le conseguenze mediche e psicologiche di certi trattamenti è necessario e urgente. E non è solo roba da cattolici conservatori.
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