Tra pochi giorni voteremo i nostri rappresentanti presso il Parlamento dell’Unione Europea.
La situazione
La campagna elettorale non ci è assolutamente di aiuto nella scelta, infatti in molti parlano voler modificare l’attuale assetto di questa Istituzione ma spiegandoci confusamente il programma, lo schema e le modalità di questa trasformazione. Si rimane nel vago con illustrazioni poco convincenti e nessuno colpisce nel centro il problema.
Noi siamo convinti che questa Unione “non funzioni” essendo priva di solide colonne portanti e manchevole di valori e di virtù di riferimento. E’, come afferma il Vangelo, una casa costruita sulla sabbia. Di conseguenza “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande” (Mt. 7,27). Si sta insieme prevalentemente per interessi economici, ma come affermato da papa Francesco alcuni giorni fa, “l’economia rende un servizio al bene comune se rimane legata all’etica, che è misura universale dell’autentico bene umano” (3 maggio 2019). Anche la scelta miope operata nell’approvazione della Carta dell’Unione Europea che ha tralasciato il riferimento alle “radici cristiane” e al “patrimonio religioso” è fonte di deterioramento. Si è costituita un’unità economica, a volte anche politica, ma ciò non significa automaticamente unire dei popoli verso obiettivi comuni.
Si chiedeva san Giovanni Paolo II, grande conoscitore dell’Europa sia occidentale che orientale: “Il muro che si erge oggi nei cuori non sarà abbattuto senza il ritorno al Vangelo. È stato Gesù Cristo a rivelare all’uomo europeo la sua dignità! È Lui il garante di questa dignità! (…) Senza Cristo, infatti, non è possibile costruire una durevole unità. Come si può costruire una ‘casa comune’ per tutta l’Europa se essa non viene edificata con i mattoni delle coscienze degli uomini, cotti nel fuoco del Vangelo, uniti dal vincolo di un solidale amore sociale, frutto dell’amore di Dio?” (3 giugno 1997). E, il significato profetico di questa frase, lo riscontriamo ogni giorno di fronte ad un Parlamento Europeo che da anni tenta con “Raccomandazioni” di scardinare principi umani e cristiani millenari o di imporre agli Stati membri stili di vita in totale antinomia con le varie tradizioni storiche, culturali e religiose. Abbiamo tradito il sogno dei Padri Fondatori convinti che l’Europa unita, al di là della sua architettura istituzionale, dovesse avere “un’anima”.
Che fare?
Dopo una doverosa e realistica premessa dobbiamo evidenziare che la rovina è il destino che attende l’Unione Europea se non cambia rotta, se non recupera “un’anima”, dato che al suo interno aleggia una grande di sfiducia. Per questo, l’Unione Europea, è a punto di svolta che richiederebbe parole chiare e sensate ai 400milioni di elettori dei 28 Paesi. In assenza di questa chiarezza, convinti che tutti perderemmo molto da un eventuale deragliamento del progetto europeo, dobbiamo essere coscienti che la posta in gioco di queste elezioni è immensa per il futuro. Di conseguenza, non possiamo votare con superficialità o essere condizionati da chi “urla di più”, o fermarci a un voto di protesta, poiché questo ha già provocato disastri, almeno in Italia, nelle scorse elezioni politiche. I “nuovi”, cui molti hanno creduto e forse purtroppo continuano a credere, che promettevano grandi cambiamenti per il momento sono “fermi al palo”. Siamo governati da “dilettanti allo sbaraglio” e le conseguenze drammatiche almeno economicamente le subiremo tutti nei prossimi mesi. Ci auguriamo che questa lezione di dilettantismo sia servita poiché: “errare human est, perseverare autem diabolicum” (Errare è umano, perseverare è diabolico) e l’aforisma si conclude tragicamente: “et tertia non datur “ (e la terza possibilità non è concessa).
Chi votare
Non indicheremo ne partiti ne candidati ma offriremo solo due consigli.
Primo. Non fatevi ingannare dalle promesse economiche, poiché la crisi economica italiana è imputabile solo in minima parte all’Europa essendo causata in larga misura da decenni di crescita rallentata dovuta anche al fenomeno demografico della scarsa natalità e alla dissennata gestione della finanza pubblica sia da parte di governi a guida centro-destra che centro-sinistra che giallo-verde. Non essendo un economista non voglio andare oltre ma sono certo di un dato: scegliere il futuro dell’Europa unicamente in base alle promesse economiche è la metodologia peggiore da utilizzare!
Secondo: Quali devono essere i criteri di scelta?
Votiamo i partiti che s’impegneranno a difendere i valori fondamentali per ogni Stato, o come affermava papa Benedetto XVI i “beni non negoziabili”, e si impegneranno da “testimoni” in questa un’Europa.
Quali valori?
–La tutela della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento fino alla morte naturale.
–Il riconoscimento, la promozione e lo sviluppo della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e la sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il carattere particolare e l’ insostituibile ruolo sociale della famiglia.
–La tutela del diritto dei genitori a educare i propri figli in conformità con le proprie convinzioni morali e religiose, scegliendo liberamente la scuola e rifiutando ogni interferenza dell’ideologia Gender.
Sono questi valori iscritti nella natura umana stessa che oltrepassano ogni credo religioso; quindi comuni a tutta l’umanità!
Di conseguenza, ad esempio, i partiti che si pronunciano a favore di un ampliamento della piaga dell’aborto (in Europa 1.220.000 ogni anno) come ha fatto più volte N. Zingaretti, penalizzando anche i medici obiettori di coscienza del Lazio, oppure a favore dell’eutanasia come ha dichiarato il ministro della Salute G. Grillo: “La legge sull’eutanasia è assolutamente prioritaria per questo Paese: abbiamo aspettato tanto e ora c’è anche una sollecitazione dalla Corte costituzionale; non so cosa serva ancora per spingere il Parlamento a legiferare”, non possono contare sul nostro voto.
Tutti i candidati possiedono un loro sito internet. E’ quindi dovere morale visitarlo per conoscere programmi e ambiti d’impegno, e poi in base ai presunti impegni che vorrebbero assumere, votarli.
Don Gian Maria Comolli