“Ogni bambino è Vita” che chiede uguali cure

By 19 Giugno 2019Salute

Campagna dell’Unicef in difesa di mamme e neonati. Sono ancora altissimi i costi dell’assistenza sanitaria per le madri nei Paesi più poveri. Ogni giorno muoiono 800 donne incinte.

Ogni 24 ore nel mondo 800 donne perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza, prima causa di morte tra le ragazze tra i 15 e i 19 anno di età. Lo documenta un nuovo rapporto dell’Unicef, pubblicato oggi, a sostegno della Campagna “Ogni bambino è VITA”, lanciata per rimuovere o quanto meno ridurre le diseguaglianze tra Paesi ricchi e poveri, in ambito di assistenza sanitaria alle mamme e ai neonati.

Milioni di donne senza cure prenatali troppo costose

I costi per salute sono ancora proibitivi per le mamme e i neonati in Africa, Asia, America latina e Caraibi, dove 5 milioni di famiglie arrivano a spendere oltre il 40 per cento del loro budget – tolte le spese alimentari – nei servizi sanitari per la maternità. Questo induce molte donne povere a rinunciare alle cure prenatali e all’assistenza per il parto, con conseguenze spesso fatali per la stessa vita delle puerpere e dei figli nel loro grembo.

Settemila bambini al giorno partoriti già morti

E’ altissima infatti la mortalità tra i nascituri: 7 mila al giorno i bimbi partoriti morti, metà dei quali erano vivi all’inizio del travaglio e 7 mila i bambini che muoiono nel primo mese di vita.

Spose bambine più esposte a gravidanze rischiose

Ad aggravare i rischi per la salute delle mamme è la piaga diffusa dei matrimoni precoci, poiché il fisico delle ragazze adolescenti, che restano incinte, è ancora in formazione e per questo più vulnerabile alle complicazioni della gravidanza. Le spose bambine, soggette ad avere più figli, hanno inoltre meno probabilità di ricevere cure mediche adeguate durante la gravidanza e di partorire in strutture sanitarie, rispetto alle donne sposate da adulte. Così anche i bimbi nati da mamme giovanissime hanno maggiori probabilità di morire prima di aver compiuto 5 anni.

Personale sanitario ancora scarsissimo nei Paesi poveri

Tra le disparità maggiori è la presenza sul territorio del personale sanitario, medici, infermieri e ostetriche, che seppure in costante aumento a livello globale è ancora minima nelle regioni meno sviluppate del mondo. Dal 2000 al 2017 gli operatori sanitari sono infatti cresciuti da 4 a 5 ogni 10 mila abitanti in Mozambico e da 3 a 9 in Etiopia mentre in Norvegia nello stesso periodo sono saliti da 213 a 228. Un divario scandaloso che penalizza fortemente il benessere e le aspettative di vita delle popolazioni più povere e il progresso dei loro Paesi.

Mani esperte possono salvare mamme e neonati

“Troppe madri – denuncia Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef –   continuano a soffrire all’infinito, specialmente durante il parto. Possiamo fermare questa sofferenza e salvare milioni di vite con un paio di mani sicure, strutture funzionali e una migliore qualità delle cure prima, durante e dopo la gravidanza”.

Appello ai governi e privati: tutelate vita nascente

Da qui il rinnovato appello lanciato dal Fondo Onu per l’infanzia ai governi, a chi si occupa di assistenza sanitaria, ai donatori, al settore pubblico e privato, alle famiglie perché siano tutelate le madri più svantaggiate e i neonati di tutto il mondo. L’Unicef chiede di investire risorse finanziarie nei sistemi sanitari, a partire dal livello comunitario; di reclutare, formare, mantenere e gestire un numero sufficiente di medici, infermieri e ostetriche con esperienza nell’assistenza materna e neonatale; di garantire strutture sanitarie pulite e funzionali, dotate di acqua, sapone ed elettricità, alla portata di ogni madre e bambino; di rendere prioritario fornire ad ogni madre e bambino i farmaci salvavita e le attrezzature necessarie per un sano inizio di vita; di dare alle adolescenti e alle famiglie la possibilità di chiedere e ricevere un’assistenza di qualità.

Roberta Gisotti

4 giugno 2019

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-06/ogni-bambino-vita-che-chiede-uguali-cure.html