Non sono ancora chiare le modalità con le quali l’adolescente olandese ha posto fine alla sua esistenza. Rimangono la solitudine di una ragazzina che era già morta dentro, quello che appare come il fallimento della comunità clinica e l’orrore di una legge mascherata di falsa pietà. Per la neuropsichiatra del Bambino Gesù, le vittime di abuso non hanno necessariamente un destino segnato e una presa in carico integrale può aiutarle. La morte non è mai la soluzione.
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