L’entourage di Matteo Renzi è da sempre assiduamente popolato di personalità legate all’attivismo lgbt. Il più noto è senz’altro Ivan Scalfarotto, che, da parlamentare, durante la scorsa legislativa, vide naufragare il suo ddl contro l’omofobia e che oggi, dopo essersi guadagnato nientemeno che l’incarico di sottosegretario agli Esteri, ha seguito l’ex premier nella sua nuova avventura di Italia Viva.
Relativamente meno noto, ma non meno degno di menzione, è Alessio De Giorgi che, secondo quanto riferisce il quotidiano La Verità, è stato assunto nello staff della neoministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova (anch’essa renziana e aderente al progetto di Italia Viva), per una retribuzione di 80mila euro.
Nel 2017, il 50enne genovese De Giorgi si era reso protagonista di un “epic fail”, in qualità di amministratore della pagina Facebook Matteo Renzi news. A mezzo social, De Giorgi aveva pubblicamente negato di essere amministratore di quella pagina, postando, però, distrattamente, proprio come Matteo Renzi news.
Tale episodio è il più clamoroso ma non è certo l’unico aneddoto di una carriera, a cavallo tra politica, comunicazione e showbiz, che sembra uscita da un film dei Vanzina. Un’autentica collezione di gaffe, per un personaggio da sempre in prima linea nell’attivismo lgbt, a partire dalla fondazione, alla fine degli anni ’90, del sito www.gay.it, passando per il ruolo di segretario dell’Arcigay. Parallelamente, in collaborazione col suo compagno, Christian Panicucci (con cui celebrò un pacs in Francia nel 2002, per poi separarsene anni dopo), De Giorgi aveva messo su una catena di locali gay, diventati molto cool nel giro di poco tempo.
È con l’impegno politico che per De Giorgi iniziano ad arrivare i guai. La candidatura con Scelta Civica nel 2013, fu depennata all’ultimo momento dallo stesso Mario Monti, allorché il senatore a vita e allora premier uscente aveva visto su un quotidiano alcune immagini del suo candidato travestito da drag queen. Ne scaturì una causa legale, conclusasi con una transazione a beneficio di De Giorgi, che, fino ad allora, si era occupato della comunicazione per Scelta Civica.
Dopo essere stato portavoce del sindaco dem di Viareggio, Leonardo Betti, tra il 2013 e il 2014, De Giorgi è stato responsabile dei social per il Comitato del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, conclusosi con una schiacciante sconfitta. In seguito, De Giorgi aveva assunto le redini della comunicazione digitale del Partito Democratico, proprio quando il centrosinistra si avviava ormai alla storica disfatta delle elezioni del 2018. Un paio d’anni prima, De Giorgi, per premere l’acceleratore sull’approvazione delle unioni civili, aveva avuto la dirompente idea di pubblicare online nomi, cognomi e relative e-mail dei 30 senatori democratici contrari alla stepchild adoption.
Ad attendere al varco De Giorgi c’è ora l’incarico mediatico con la Bellanova, quella dell’abito blu-elettrico criticato dal web ed esibito al giuramento del nuovo governo e quella della controversa dichiarazione sulla necessità di attirare immigrati per rivitalizzare l’agricoltura italiana. C’è indubbiamente molto da lavorare per la strada del successo?
di Luca Marcolivio
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