Leggiamo sui giornali titoli come questo: “Elena Bonetti, il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia apre alle adozioni per le coppie gay: le famiglie arcobaleno esistono”. Tradotto per gli italiani: il governo giallo rosso vuole approvare le adozioni gay in Italia riconoscendo come diritti i desideri di pseudo famiglie, mentre i diritti dei bambini ad avere una mamma e un papà non esistono e gli aiuti alle famiglie languono?
Quello del ministro è l’ennesimo, il più grave, colpo alle famiglie che dovrebbero essere aiutate a far figli, a crescerli, a non abbandonarli a baby sitter di passaggio, ad essere sostenute per far avere ai piccoli un’infanzia serena e vicina ai propri genitori. Oggi mamma e papà sono costretti dal lavoro ad assenze prolungate con i nonni, quando ci sono, che suppliscono come possono a disagi e difficoltà quotidiane di gestione.
La dichiarazione della Bonetti, data in televisione, certo esaudisce i capricci della lobby LGBT che è già ricca e forte del sostegno mediatico e che chiede sempre di più, riuscendo già a strappare figli dalle braccia delle madri partorienti in alcuni Paesi del mondo grazie all’ignobile pratica dell’utero in affitto.
Sono lontani i tempi in cui il neo ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana, dichiarò la sua posizione su aborto e famiglie arcobaleno: le famiglie arcobaleno non esistono – disse – e bisogna ridurre il numero di aborti per aumentare le nascite. Posizioni pro life che indignarono l’opinione pubblica delle caste arcobaleno, ma non quella popolare che pare sempre più premiare i partiti e le alleanze che tutelano i valori della Famiglia e della Vita, come si è visto anche alle ultime regionali in Umbria.
Di fatto le coppie formate da persone dello stesso sesso non possono avere figli se non forzando i diritti, la natura delle cose. Per questo occorre che i bambini non siano discriminati e che i provvedimenti che verranno presi dal ministero competente per sostenere la famiglia pensino a quella naturale come unico e vero motore della società, seme del futuro e del progresso sano non ideologico né lobbistico.
Al ministro Bonetti vorrei poi ricordare che la stessa legge 76/2016, quella della collega dem Cirinnà, non ha riconosciuto le unioni civili come famiglia, infatti non si fa cenno né all’obbligo di fedeltà né a quello di collaborazione tra coppie gay, e quindi è ben lontana dal riconoscerle come nuclei familiari.
di Jacopo Coghe
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