Novecento milioni di dollari per raggiungere, in 22 nazioni, 43 milioni di persone vulnerabili, dipendenti dall’agricoltura e a rischio di crescente insicurezza alimentare acuta. È la richiesta di finanziamento contenuta in un appello lanciato in questi giorni dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao). I 22 paesi colpiti sono Libia, Mali, Burkina Faso, Ciad, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Camerun, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Somalia, Repubblica democratica del Congo e Burundi in Africa; Palestina, Siria, Iraq, Yemen, Myanmar, Afghanistan e Corea del Nord in Asia e Haiti in America. «I mezzi di sussistenza della maggior parte delle persone esposte a insicurezza alimentare acuta a causa di conflitti, effetti del cambiamento climatico o difficoltà economiche dipendono dall’agricoltura», ha affermato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, secondo il quale «dobbiamo fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide e rafforzare la loro resilienza per risollevarsi» da situazioni, appunto, di crisi ed emergenza estrema.La cifra indicata dalla Fao servirà ad «aiutare le persone a produrre cibo nutriente e reddito, nonché a diventare autosufficienti il più rapidamente possibile, il che può avvenire fornendo input agricoli come sementi, attrezzi, fertilizzanti e altri input per le coltivazioni, il ripopolamento del bestiame, fornendo mangimi, cure veterinarie, distribuendo attrezzature per la pesca e assistenza in denaro, affinché le persone possano soddisfare le esigenze immediate continuando a produrre alimenti». Al tempo stesso non comprende gli ulteriori 138 milioni di dollari che la Fao sta cercando per l’Africa orientale colpita dall’invasione delle locuste.
L’Osservatore Romano, 11-12 marzo 2020.