Dopo che il New York Times le ha descritte come eroine della «battaglia per l’uguaglianza di genere in uno degli sport più pericolosi», l’attrice e produttrice cinematografica Charlize Theron ha comprato i diritti delle loro storie umane e sportive, per farne un film. Sono tre surfiste. E delle tre, una è mia nipote Bianca Valenti. Probabilmente una delle più forti nel cavalcare le big waves, le onde grandi. Una pazza da legare visto che, tanto per raccontarne una, da brividi nei video su internet, hanno scritto di lei, durante una gara di pazzi, che «è l’unica donna in acqua a Puerto Escondido, quando le condizioni si fanno massicce e la presenza umana sulla line up si riduce a una manciata di temerari».
Ci siamo sentiti l’altra sera, hanno lo stesso problema di noi a San Francisco. Lockdown e zone rosse. «Ma non per noi, zio, noi abitiamo l’Oceano». Insomma non ho fatto a tempo a ironizzare sul mestiere dei conferenzieri intorno agli stereotipi di genere che salta fuori la nipotina che ha scatenato e vinto la guerra contro lo stereotipo degli stereotipi: a parità di mestiere di vivere, la diseguaglianza di reddito tra uomini e donne.
Oggi, grazie alle tre eroine, almeno in California, vige la parità di genere in fatto di premi (dollari, non opere di bene) nelle gare di surf. Non è l’unica gaffe di questi giorni travagliati. Non eri ancora pentito di aver sbertucciato la destra cattolica, che dell’intervista di Repubblica al Papa mi sono goduto almeno il fatto che l’ha sfilettata con assoluta garanzia di rispetto delle parole del Santo Padre il collega Paolo Rodari invece che Eugenio Scalfari, fantasioso e mirabolante interprete di “Io” anche quando dovrebbe riferire quello che pensano gli altri. Però, che l’ebreo Vittorio Bendaud mi mandi il Salve Regina di Schubert e l’ateo Filippo Del Corno, assessore alla Cultura a Milano, le toccanti parole di Enea per il padre Anchise, mentre il Papa mi parla di tasse alla Fabio Fazio, beh, sono begli scherzi di Dio.
Terza bruciante smentita. Non solo il governatore della Sardegna ha preso ad essere molto gentile con i continentali venuti sull’isola a scrivere i loro sbrindellati decameroni dell’anno Venti per la peste nera del secondo millennio, ma il direttore del settimanale diocesano di Nuoro ha visto il video del “bello ciao” a Solinas e ci ha invitato a collaborare.
Non ho mai lavorato tanto come da quando sono in quarantena e i rosari si sprecano. D’altronde è spettacolare vedere come il Padreterno stia suscitando vita, fraternità e resurrezione di senso del Destino dall’efficienza mortifera di un nanokiller menefreghista e senz’anima.
Una marea di nonni se ne vanno. Tanti sacerdoti. Medici. Solo i sindacati tirano diritto come se il Covid-19 fosse acqua di colonia. Infine, non c’è neanche parità di genere alla morgue. I maschi muoiono il doppio delle donne. E si capisce. Mi sembra che le donne, come dice Cesare Pavese, sono la vita profonda. E come minimo ne sanno sempre una di più di Bertoldo.
Luigi Amicone
20 marzo 2020
Parità di genere e altri stereotipi smentiti dal virus (e dall’obitorio)