È morto a Roma a 85 anni dopo una lunga malattia. Magistrato, politico, protagonista del cattolicesimo impegnato nella società civile a difesa della vita nascente e contro l’aborto. Nel 1980 fonda il Movimento per la Vita, una realtà che ha ogni anno, tramite, i CAV, aiuta 20mila donne e ha fatto nascere 85mila bambini
C’era in tutte le battaglie per la vita, Carlo Casini. Nel 1975 era un giovane pubblico ministero di Firenze. Indagando sulla”clinica degli aborti” mise le manette e fece trasferire alle Murate il segretario radicale Gianfranco Spadaccia. Qualche anno dopo, nel 1981, si battè per fermare la legge 194 sull’aborto. Combattere nell’agone politico (è stato parlamentare a Roma e a Bruxelles) non bastava. Capì che bisognava creare un vasto movimento, anzi una rete di movimenti, come il Movimento per la Vita (MPV), nato il 15 gennaio 1980, da cui sono scaturiti i CAV (Centri di aiuto alla Vita), il Progetto Gemma, le case di accoglienza e tante altre iniziative con decine di migliaia di bambini aiutati a venire al mondo semplicemente mettendosi in ascolto e al fianco delle loro madri tentate per povertà o paura di abortire.
Carlo Casini se n’è andato a Roma lunedì a mezzogiorno a 85 anni dopo una lunga malattia, la Sla, che l’aveva reso afono e costretto a ritirarsi dalla scena pubblica, passando il testimone della guida del MPV alla figlia Marina, bioeticista. Se n’è andato a venticinque anni del documento pontificio che ha ispirato i suoi passi: l’enciclica Evangelium Vitae firmata da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1995 e che citava proprio la bella esperienza dei CAV. Casini era nato a Firenze il 4 marzo 1935. In magistratura dal 1961. Dal 1963 al ‘66 pretore a Empoli e dal 1966 al ‘79 sostituto procuratore a Firenze. Poi fu consigliere presso la Corte di Cassazione dal 1999 al 2003. Era docente di Diritto internazionale, Diritti umani e Bioetica presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma.
Dopo la magistratura, la carriera in politica nelle file della Dc. Viene eletto alla Camera per la prima volta nel 1979 Dopo lo scioglimento della DC, aderisce al PPI, in seguito passa al Centro Cristiano Democratico (CCD), per il quale è ricandidato alle europee ma non eletto, e successivamente all’UDC. È stato eletto parlamentare europeo nelle elezioni del 1984, del 1989 e del 1994. Ritorna al Parlamento europeo nel maggio 2006, subentrando ad Armando Dionisi, nel frattempo eletto deputato nazionale.
Sono circa ventimila le donne assistite ogni anno dai CAV italiani
Con il MPV ha coinvolto migliaia di volontari che in questi anni si sono impegnati nei CAV e negli altri progetti, con creatività e dedizione. «È stato», ricorda Avvenire, «tra i protagonisti del cattolicesimo impegnato nella società, nella cultura e nella politica tra XX e XXI secolo, magistrato, giurista, parlamentare, eurodeputato, promotore di iniziative pubbliche di straordinario rilievo ed efficacia che hanno portato negli anni a una immensa fioritura di bene».
Il MPV nasce sull’esperienza del Centro di Aiuto alla Vita di Firenze nato il 22 maggio 1975, il primo in Italia, con lo scopo di contrastare il fenomeno dell’aborto, all’epoca illegale e effettuato in maniera clandestina; dare seguito, sul piano politico e sociale, alla dottrina morale della Chiesa cattolica, così come esposta nell’Humanae Vitae, l’enciclica scritta da Papa Paolo VI nel 1968. Successivamente a quell’esperienza fiorentina, nascono in tutto il Paese nuovi CAV e il 15 gennaio 1980, due anni dopo l’approvazione della legge sull’aborto, il Movimento per la Vita, federazione delle associazioni di aiuto alla vita operanti nel Paese. Il primo presidente è il milanese Francesco Migliori. Carlo Casini è stato presidente fino al marzo 2015. Ogni anno sono circa 20.000 le donne assistite in modo vario dagli oltre 300 CAV presenti in Italia. Dal 1975 i bambini che sono stati aiutati a nascere sono stati 85.000.
Nel 2005, il Movimento si oppose alle proposte di modifica alla legge 40/2004 riguardante la fecondazione assistita promosso dai Radicali, partecipando attivamente alla formazione del comitato “Scienza e Vita” e alla campagna astensionista sostenuta anche dalla Conferenza Episcopale Italiana, che aveva l’obiettivo di impedire il successo del referendum mediante il mancato raggiungimento del quorum.
L’ultima battaglia di Carlo Casini è stata la campagna Uno di Noi del 2013 che con una mobilitazione popolare in tutti e 28 paesi dell’Unione Europea consentì la raccolta di ben due milioni di firme a sostegno della petizione europea per la salvaguardia dell’embrione umano e dei suoi diritti. «I popoli europei», disse, «si sono espressi e con un risultato senza precedenti, chiedono alle Istituzioni comunitarie di uscire dall’equivoco e di affermare senza reticenze che ogni uomo è titolare di diritti, senza distinzioni o limiti. E, in particolare, lo è il più debole: il concepito non ancora nato». Casini lascia la moglie e quattro figli.
23/03/2020
Antonio Sanfrancesco
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