Cyrus Habib, vice governatore dello stato di Washington, abbandonerà la carica per entrare nell’ordine.
La cronaca ci ha abituato alla figura del prete di sinistra che lascia la tonaca o si fa comminare la sanzione della sospensione a divinis perché entra in politica nelle file di un partito marxista o laicista convinto che ciò sia parte della sua vocazione: in Italia sono stati parlamentari europei don Gianni Baget Bozzo per il Partito socialista italiano e padre Eugenio Melandri per Democrazia proletaria; in America latina abbiamo avuto padri gesuiti ministri del governo sandinista del Nicaragua come i fratelli Ernesto e Fernando Cardenal e un presidente del Paraguay che era stato vescovo come Fernando Lugo.
Mai fino ad oggi era capitato che un politico di sinistra decidesse di abbandonare la vita politica ed entrare in una congregazione religiosa allo scopo di meglio realizzare i suoi ideali politici liberal e laicisti, da lui giudicati compatibili con la fede cristiana. Succederà quest’anno quando Cyrus Habib, vice governatore dello stato di Washington (sulla costa occidentale degli Usa) affiliato al Partito democratico, non si ripresenterà alle elezioni per il rinnovo delle cariche nel mese di novembre ed entrerà nell’ordine dei gesuiti.
Lo ha annunciato lui stesso il 19 marzo, confermando una indiscrezione che girava da tempo. «Negli ultimi anni», ha scritto comunicando la sua decisione sulla rivista gesuita americana America, «ho sentito una chiamata a una differente vocazione, benché orientata anch’essa allo spirito di servizio e alla giustizia sociale. Ho sentito una chiamata a dedicare la mia vita in un modo più diretto e personale al servizio degli emarginati, all’emancipazione dei vulnerabili, alla guarigione di coloro che soffrono ferite spirituali, ad accompagnare coloro che cercano di discernere il proprio futuro. Per me tutto questo è radicato nella mia fede nel Vangelo di Cristo».
Habib, che a 38 anni è già stato membro della Camera dei rappresentanti (2012) e del Senato (2014) dello stato di Washington e che alla fine del 2016 è stato eletto lieutenant Governor dello stato, scrive pure che «le ragioni per cui mi sono candidato a tali posti di responsabilità e le mie priorità quando ero in carica sono state fermamente radicate nella dottrina sociale cristiana, che colloca il povero, il malato, il disabile, l’immigrato, il detenuto e tutti coloro che sono emarginati al centro dell’agenda politica e sociale».
Habib ha effettivamente promosso leggi per l’ampliamento del congedo per malattia retribuito, per facilitare l’accesso al college degli studenti di classi sociali svantaggiate, per migliorare le condizioni dei disabili, per rilasciare carte di identità gratuite agli ex detenuti, per facilitare l’espressione del voto da parte degli elettori svantaggiati, ecc. Ma Habib negli otto anni di carriera politica si è anche distinto per il sostegno all’aborto, al finanziamento obbligatorio della contraccezione e al matrimonio fra persone dello stesso sesso. Le sue candidature del 2014 e del 2016 hanno avuto il sostegno del Naral, la più grande lobby abortista americana, che gli riconosce un tasso di voti “giusti” su proposte di legge per la promozione dei “diritti riproduttivi” del 75 per cento e gli attribuisce un voto B per il suo impegno (in una scala tutta positiva che scende dalla A alla C).
Effettivamente Habib ha presentato insieme ad altri rappresentanti democratici molte proposte di legge per l’espansione del diritto all’aborto e in particolare nel 2015 ha sponsorizzato il Washington Reproductive Health Bill, che avrebbe reso obbligatoria la copertura assicurativa di aborto, sterilizzazione e contraccezione: la proposta di legge non passò. Sempre nel 2015 ha co-sponsorizzato il Washington Employee Reproductive Choice Bill, col quale il datore di lavoro che non avesse garantito la copertura delle spese per contraccezione in un’assicurazione sanitaria sarebbe stato colpevole di discriminazione: anche questa legge non è stata approvata, ma un’altra ancora più permissiva è stata approvata quando Habib era già diventato vice governatore.
Nel 2016 Habib si è detto onorato del sostegno alla sua campagna elettorale da parte della Planned Parenthood Votes Northwest & Hawaii, una lobby che influisce sui politici perché approvino leggi favorevoli alla Planned Parenthood Federation, la più grande organizzazione americana che effettua aborti in sue proprie cliniche. Nel 2017, quando l’amministrazione Trump annunciò che avrebbe modificato le leggi federali in vigore per permettere ad alcuni datori di lavoro di essere esentati dall’obbligo di pagare l’assicurazione per i contraccettivi per ragioni di coscienza e credo religioso, Habib dichiarò tale annuncio “vergognoso”.
Habib ha manifestato più volte il suo sostegno al matrimonio fra persone dello stesso sesso e ai cosiddetti diritti transgender: nel 2012 ha proposto un referendum per introdurre il matrimonio fra persone dello stesso sesso nello stato di Washington; nel corso della stessa legislatura ha votato contro una proposta di legge che avrebbe obbligato ad accedere ai bagni pubblici sulla base del sesso biologico con la seguente dichiarazione: «Vi sarebbe piaciuto essere dalla parte giusta della storia quando è stato approvato il matrimonio egualitario? Avete un’altra possibilità: l’uguale accesso ai bagni pubblici per i transgender».
Il mese scorso Habib ha twittato un commento sull’intervento della congressista democratica Alexandria Ocasio Cortez, che ha attaccato un ospedale cattolico californiano per essersi rifiutato di effettuare un’isterectomia su di una donna decisa a compiere la transizione sessuale a uomo, lamentando il fatto che «ogni volta che si invoca la libertà religiosa, è in nome del fanatismo e della discriminazione» e che «non c’è nulla di santo nel rifiutare cure mediche a qualcuno». Habib ha definito le parole della Ocasio Cortez «una grande manifestazione di dottrina sociale cristiana».
Cyrus Habib è figlio di immigrati iraniani e si è convertito al cristianesimo nel periodo dei suoi studi universitari a Oxford. A causa di una malattia ha perso la vista all’età di 8 anni. Considera sua guida spirituale padre Michael Ryan, il parroco di St. James, la cattedrale di Seattle, che nel 2013, quando Habib viveva un momento difficile a causa della grave malattia di suo padre, gli ha consigliato la lettura del libro The Jesuit Guide to (Almost) Everything. Autore del libro è James Martin, il gesuita noto per essere un sostenitore della causa Lgbt dentro alla Chiesa cattolica. Scrive ancora Habib nel suo articolo apparso su America: «La Chiesa cattolica si è accapigliata su difficili questioni sociali e morali per duemila anni, e mentre posso essere impaziente come chiunque altro quando essa si muove troppo lentamente, so per personale esperienza quanto possiamo beneficiare da un vocabolario morale che insiste sulla dignità di ogni singola persona».
Rodolfo Casadei
26 marzo 2020
Cattolico, abortista e di sinistra lascia la politica e entra nei gesuiti