La nota del Centro studi Livatino sul pericolo della riforma delle intercettazioni che incombe su tutti noi.
Un altro virus fuori controllo? Non è il Covid-19, ma può essere il trojan. Dal 1° maggio sarà pienamente operativa la riforma delle intercettazioni, come disposto dalla L. 28 febbraio 2020, n. 7, di conversione del DL n. 161/2019. Preoccupano talune oscurità che riguardano l’attuazione della riforma.
Appare complicato – perdurando l’emergenza, per la quale fino al 30 giugno i Capi degli uffici giudiziari dovranno stabilire quali attività giurisdizionali ancora limitare – attuare tecnicamente gli Archivi riservati per le intercettazioni e consentire ai difensori l’ascolto di esse secondo la nuova disciplina. Né risultano definite le modalità tecniche per le intercettazioni eseguite col cosiddetto trojan, e cioè che siano «operati controlli costanti di integrità che assicurino l’integrale corrispondenza tra quanto intercettato, registrato e trasmesso».
Il problema principale è la mancanza di un disciplinare tecnico: non risulta aver avuto risposta la richiesta del Garante della privacy al Governo e al Parlamento perché dettino regole su limiti, strumenti e modalità con cui si intercetta, su come trasmettere e custodire i dati, sull’integrità e sulla sicurezza di quanto captato.
È un grave problema di tutela dei diritti fondamentali del singolo, ed è al tempo stesso una questione di sovranità tecnologica nazionale: si utilizzano strumenti stranieri, col rischio di ripercussioni in settori altamente sensibili per la sicurezza italiana. Nella legge manca un disciplinare tecnico per gli inquirenti: attualmente le società private installano e intercettano, ognuna con propri strumenti e protocolli di sicurezza e ciascuna con un proprio listino prezzi. In sede dibattimentale questo minerà l’utilizzabilità delle prove raccolte, qualora l’accusa non sia in grado di dimostrare la filiera investigativa seguita.
La criminalità va combattuta, ma con mezzi trasparenti e rispetto dei diritti. In un momento in cui la gran parte delle iniziative – e anche del lavoro – degli uffici giudiziari subisce rinvii, è necessario un ulteriore sensibile slittamento dell’entrata in vigore della riforma, al fine di affrontare i problemi cui si è accennato.
Centro studi Livatino
3 aprile 2020
A maggio arriva un virus più pericoloso del Covid-19: il trojan