I nostri giornalisti democratici obamiani invitano Trump a «occuparsi della tenuta sociale degli Stati Uniti». Ma hanno presente l’Italia del loro Giuseppi
Aldo Cazzullo scrive molto bene. Ma non capisco perché scrivendo di dolore innocente, memore di un incontro a Gerusalemme col cardinal Martini – in risposta a una lettera che per citare Martini convoca il banchiere Giovanni Bazoli, divenuto mi pare mezzo parente del sindaco Beppe Sala – così, a gratis, se la prende con Donald Trump che «tra una giravolta e l’altra farebbe bene a occuparsi della tenuta sociale degli Stati Uniti, un paese che ha il terzo mondo in casa».
Non capisco. Quando c’era Barack Obama il quarto stato volava e non c’era il terzo mondo in casa? Io dico che con la loro autorità obamiana i grandi giornalisti italiani farebbero bene a occuparsi non della tenuta sociale degli Stati Uniti. Ma della testolina magra di Mr Pochette Giuseppi Conte (tra l’altro amico di tweet di Mr Trump), e con quella stessa preoccupazione lì: “Stia attento, tra una giravolta e l’altra, alla tenuta sociale dell’Italia, che ha il terzo mondo in casa e tanti clandestini quanti ne desiderarono ardentemente importare in Italia le Ong alleate dell’obamiano Pd”.
Del resto non riesco a togliermi dalla testa la faccenda dei 900 mila studenti delle paritarie e relative famiglie considerati un gradino sotto l’accoglienza per gli immigrati e due gradini sotto il rispetto della legge (visto che la legge sulla parità, legge Berlinguer, risale all’anno 2000, ma non è stata mai “messa a terra”, finanziata, applicata).
«Siamo riconosciuti come scuola pubblica», dicono le paritarie. «Costiamo la metà delle scuole statali». Ma non è che lo Stato autorizza il costo standard per entrambi, così da risparmiare nei costi e, oltre al risparmio, mantenere in vita scuole che messe alla fame chiudono alla media di 400 all’anno.
Vi voglio aggiungere anche questo, visto che vi riempite la bocca – dico i politici, i giornalisti, gli intellettuali obamiani – di giovani sacrificati dalle generazioni che stanno loro davanti, di fuga di cervelli giovani, di crisi demografica e poveri giovani, di start up giovani che chiudono, giovani che non possono sposarsi, giovani che mantengono cani ma non fanno figli, capitale umano giovane e indispensabilità di giovani per far ripartire l’Italia. Ecco il governo Conte ha appena assunto altre migliaia di insegnanti per le statali mentre a chi insegna nelle paritarie non viene dato un tozzo di concorso e nemmeno graduatorie. Sono bravi insegnanti anche loro. E certamente tirano su tanti giovani il cui ideale non è bigiare per andare a farsi quattro canne.
Ma insomma, obamiani dell’uguaglianza e della tenuta sociale, devi proprio essere solo della casta Cgil per essere un garantito di essere in una botte di ferro? Infatti, quanti sono i privilegiati docenti sindacalizzati che, vinto il concorso e presa la cattedra al Nord, la settimana dopo rientrano al paesello in aspettativa, malattia o in 104 (dipendenti pubblici autorizzati a trasferimento sotto casa per malattia) lasciando scoperte cattedre (ogni anno succede così a un terzo delle cattedre) e facendo spendere allo Stato due volte quel troppo che già spende per mantenere il mangia mangia intorno allo statalismo scolastico? Il quale per di più produce studenti che fanno spesso asinamente “hi-ooh!” nella graduatoria dei sistemi scolastici europei?
Il divario Nord-Sud continua a crescere anche perché si vuol mantenere uno status quo che privilegia lo statalismo fallimentare. E poi. Ma un governo il cui orizzonte di riforma dello Stato mangione è dare ancora di più da mangiare allo Stato. Un governo il cui ideale è il reddito senza lavorare. Volete dire che l’Europa è così tremendamente egoista a non volerci finanziare il reddito di cittadinanza, il reddito universale e il debito buttato nel cesso delle burocrazie romane?
È con questo metodo piddino e grillante che si sputa in un occhio ai ragazzi del Sud. I quali non possono fare altro che emigrare. Inoltre, ogni studente perso dalla scuola paritaria, perché la paritaria chiude e lo studente si trasferisce alla scuola statale, sono 10 mila euro che vanno ad aggiungersi a un sistema di istruzione per cui il 90 per cento della voce “costi” sono stipendi: e quali scuole scassate ci volete riparare e di quali investimenti stiamo a parlare se il budget per la scuola finisce tutto in stipendi?
Fate chiudere – come chiuderanno, avanti così – le scuole paritarie e avrete altri 10 mila milioni di euro sul groppone statale. Ovvero nuove tasse per i contribuenti.
Volete la ciliegina sulla torta di un paese per giovani, giovanissimi e neonati? Visto che gli ospedali sono impegnati dal coronavirus, i migliori sostenitori del governo Conte considerano una fondamentale emergenza l’abortire il più possibile. Così da Saviano alla Boldrini, dopo gli appelli pro immigrati clandestini, adesso si appellano al governo perché regali a tutti le pillole abortive. Già, vuoi mica rischiare che la gente chiusa in casa magari faccia più figli?! Roba da matti.
E questi sono gli ospiti della Rai statale dei Fabio Fazio. E gli “eroi” dell’informazione italiana. Perfetto. Non occorre il coronavirus per sospettare che il futuro dell’Italia ha un fantastico appuntamento con le pompe funebri. E intanto le giravolte continuano. E la tenuta sociale comincia a scricchiolare. E sono dieci anni che gli italiani votano da una parte e dall’altra. Però si beccano al governo sempre lo stesso partito perdente, il Pd obamiano.
Luigi Amicone
8 aprile 2020
Vogliono meno scuole e più aborti. Poi si riempiono la bocca di “giovani”