Intervista a Andrew Bolt, il giornalista tv australiano che ha sempre difeso il cardinale accusato di pedofilia: «La sua assoluzione un sollievo. Disgustoso come lo hanno distrutto».
Mentre tutti i media, pubblici e privati, facevano a gara in Australia per calunniare George Pell, dipingendolo senza sosta come un mostro predatore di bambini, anche dopo l’assoluzione definitiva, un giornalista non ha mai smesso di difenderlo: Andrew Bolt. Il conservatore agnostico, autore del blog politico più letto di tutto il paese, editorialista di alcuni dei principali quotidiani e volto televisivo di Sky, ha avuto ieri la sua rivincita.
In un’intervista a Tempi, a gennaio, aveva fornito una prova cronometrica per dimostrare che «è impossibile che Pell sia colpevole»: ieri l’Alta corte gli ha dato ragione e non è un caso se Bolt è l’unico giornalista australiano cui Pell concederà un’intervista.
Parlando a tempi.it, Bolt si dice «soddisfatto e contento per Pell», ma anche «disgustato dai giornali e dai programmi televisivi».
Aveva ragione lei: Pell è innocente.
Sì, sono davvero sollevato, alla fine il cardinale ha ottenuto giustizia. Temevo fosse spacciato.
Aveva tutti contro, tranne lei.
Come potevo non difenderlo? Le accuse sembravano così bizzarre. I pedofili normalmente si prendono il tempo di adescare le loro vittime e di assicurarsi che non lo andranno a dire a nessuno. Ma Pell è stato accusato di essere saltato addosso a due ragazzini sconosciuti nello stesso momento. In una stanza aperta. All’interno di una cattedrale piena di gente. E quando mi sono messo ad analizzare le prove, ho scoperto che né Pell né le sue “vittime” potevano essere sulla scena del crimine nell’unico momento in cui questo crimine avrebbe potuto essere commesso.
Eppure Pell in primo e secondo grado è stato condannato.
Questo processo è stata una vergogna. Pell ha passato 405 giorni in carcere per un crimine che qualunque pazzo avrebbe potuto riconoscere essere praticamente impossibile.
La giustizia ha trionfato?
No. La carriera di Pell è finita, la sua reputazione è distrutta, la sua immagine è rovinata e i suoi risparmi se ne sono andati in processi.
Ha letto le dichiarazioni della maggior parte dei politici e dei giornalisti del suo paese?
Sì.
Parlano e scrivono tutti come se Pell fosse stato condannato e non assolto.
La gente crede quello che vuole credere. Molti giornali e molti show televisivi si sono impegnati così tanto in questi anni a far passare Pell per un mostro, ripetendo ogni sorta di bugia e falsità, che in pochi avrebbero potuto sapere che c’era un’altra storia da raccontare. E chi mai ammette di sbagliare?
Però l’Alta corte ha riscattato Pell e forse anche la giustizia nel suo paese, non crede?
Nessuno restituirà a Pell i giorni che ha passato in carcere. Nessuno. Sono disgustato da tutto quello che ho visto, fatta eccezione per il verdetto finale dell’Alta corte.
Come sta il cardinale?
Non ho ancora potuto parlargli, ma chi lo ha fatto mi ha detto che è un po’ stanco e stordito dalla giornata.
Darà lei la sua prima intervista?
Spero di sì, non appena si guarderà un po’ intorno e deciderà come meglio muoversi.
Leone Grotti
8 aprile 2020
«Contro Pell un processo vergogna. La giustizia non ha trionfato»