ILDUBBIO.NEWS- Dove porta mantenere le distanze

By 11 Aprile 2020Attualità, Coronavirus

Manteniamo le distanze. Una volta era un sopracciò di supponenza, altezzosa espressione di affettazione. Ora è un grido di sopravvivenza.

Cento giorni hanno cambiato, oltre al vocabolario, il nostro modo di vivere. C’è chi dice per sempre. Intanto si va avanti così, chiusi in casa. Fino a maggio. E poi? Come si riaccende l’Italia, l’Europa? Nessuno lo sa con chiarezza, a cominciare da chi deve decidere. Eppure il tempo dei tentennamenti è scaduto: avanza quello delle scelte. Che però tardano. E’ un in questo scarto temporale che si misura la perniciosità dell’emergenza; che si fanno i conti con i danni che sono arrivati e che arriveranno.

L’esigenza di tutelare la salute si scontra con quella, secondo Confindustria del Nord, di pagare gli stipendi. Un’alternativa del diavolo (qualcuno parla brutalmente di ricatto) già vissuta per l’Ilva. Chi deve decidere, se non la politica, se non il governo? L’idea di aggrapparsi alle tute degli scienziati per rispondere alle necessità di milioni di persone, è al tempo stesso ingenua e strumentale.Per ricostruire, servono soldi, e tanti. Fare altro debito è inquietante, confidare nella solidarietà europea un’opzione molto ottimistica. Si cercano quattrini nelle tasche degli italiani. Con un prestito, come vuole la Lega. O con una tassa, come propone il Pd. Però parliamo di un tessuto sociale ed economico impaurito e sotto stress: aggiungere un costo sotto forma di esborso, in qualunque modalità, può diventare un boomerang. Anche qui le scelte si impongono perché le esigenze sono molteplici e la distribuzione di liquidità lenta e ingannevole.

A chi tocca la responsabilità? Vale la risposta di prima. Eventuali task force possono risultare utili e coadiuvare l’esecutivo in un compito delicatissimo. Ma la faccia, come si dice, ce la deve mettere, come sta facendo, palazzo Chigi, e le forze politiche che lo sostengono. Per l’intanto buon lavoro al dottor Colao e al suo team. Nelle intenzioni del premier Conte dovrà rivedere alcuni meccanismi di produzione tenendo conto della qualità del lavoro. La realtà si impone. Come facilmente prevedibile, sempre più il Coronavirus si sta infilando nel corpaccione dei mali atavici e delle inefficienze strutturali del Paese, con la carica infettiva che lo contraddistingue. La sfida è questa. Non ci possono essere alibi per nessuno.

Carlo Fusi

11 aprile 2020

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