Il 4 giugno 1989 il governo cinese mise fine a mesi di proteste e richieste di riforme democratiche, inviando i carri armati a schiacciare letteralmente i manifestanti che da settimane occupavano l’enorme piazza Tienanmen, nel cuore di Pechino. Fu un
massacro il cui bilancio reale non è mai stato accertato – va da poche centinaia a diverse migliaia di morti – e che sconvolse l’opinione pubblica internazionale. A distanza di 31 anni si osserva con preoccupazione un’analoga dinamica che riguarda l’ex colonia britannica Hong Kong, tornata nel 1997 sotto la sovranità della Cina, ma con l’accordo che avrebbe mantenuto per 40 anni lo stesso sistema garantito dal Regno Unito.