Dietro alla pandemia da Coronavirus dilaga, ma ben nascosta agli occhi dei più, la pandemia da aborto. Contrariamente alla prima pandemia, questa seconda, se dà segni di rallentare la sua diffusione, provoca reazioni allarmate e scomposte.
È il caso, alquanto significativo, della Giunta della Regione Umbria che il 10 giugno scorso ha approvato una delibera in cui sono contenute delle Linee di indirizzo per le attività sanitarie nella fase 3. In esse si decide di superare quanto previsto dalla delibera della Giunta regionale n. 1417 del 4 dicembre 2018 relativamente al protocollo di somministrazione della RU486, la famigerata pillola abortiva. Non più ricovero in day hospital, bensì ricovero ordinario di tre giorni, almeno fino all’espulsione del feto. I filo-abortisti ovviamente hanno mal digerito questa delibera.