Numeri che raccontano la “ripartenza” delle aziende dopo l’emergenza coronavirus: i contraccolpi del lockdown sui fatturati, le domande alle banche, le risposte ottenute.
Dopo l’emergenza coronavirus l’Italia si rimette in moto. Ripartono attività, aziende e, di conseguenza, le persone. La crisi economica causata dalla pandemia avrà effetti di medio periodo per quasi 8 aziende su 10, e oltre la metà delle imprese prevede un fabbisogno di liquidità per far fronte alle spese previste sino alla fine dell’anno.
Tra marzo e maggio 5 aziende su 10 hanno registrato oltre il 50 per cento di fatturato in meno. Le microimprese (3-9 addetti) sono quelle più coinvolte nella sospensione delle attività. Oltre il 60 per cento delle imprese dichiara una riduzione del fatturato nel trimestre marzo-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 40 per cento dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 28 per cento si è ridotto tra il 10 e il 50 per cento, solo nel 4 per cento dei casi la riduzione è inferiore al 10 per cento. A sospendere l’attività nella prima fase dell’emergenza (sino al 4 maggio) è stato il 40 per cento delle aziende.
Il fabbisogno di liquidità generato dalla crisi trova nelle richieste di concessione di credito bancario lo strumento di risposta principale: oltre il 40 per cento delle imprese ha scelto l’accensione di nuove linee di credito presso le banche. Si stabilizzano su volumi elevati le domande di adesione alle moratorie sui prestiti, e si moltiplicano le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese.
Attraverso Garanzia Italia di Sace sono state poi concesse garanzie pari quasi al doppio di quelle rilasciate il mese scorso: una volta terminata l’attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche accreditate sul portale dedicato presenteranno le richieste a Sace, che emetterà la garanzia entro 48 ore. Si può stimare che, in termini di importi, circa il 90 per cento delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato approvato dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; l’1 per cento circa è stato respinto; la parte restante è in corso di valutazione.
Per quanto riguarda le Pmi, le richieste ai sensi dell’articolo 56 del decreto “Cura Italia” hanno riguardato prestiti e linee di credito pari a 10 volte circa i finanziamenti riferibili alle adesioni alla moratoria promossa dall’Abi.
Continuano a crescere le domande di sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cosiddetto Fondo Gasparrini), per un importo medio di circa 90 mila euro, mentre le richieste di accesso al Fondo centrale di garanzia pervenute agli intermediari hanno continuato a crescere nelle ultime settimane, raddoppiando quelle pervenute nell’ultimo mese. I prestiti erogati sono aumentati in modo ancora più rapido. In particolare, è stato erogato il 65 per cento circa delle domande per prestiti fino a 25 mila euro, interamente garantiti dal Fondo. La percentuale di prestiti erogati risulta in rapida crescita rispetto a poco tempo fa, il che suggerisce che le cause dei ritardi nelle erogazioni siano in via di risoluzione.
Francesco Megna – autore di questo articolo, è commerciale settore banking
25 giugno 2020
Imprese e liquidità: come stanno andando richieste ed erogazioni