Una discussione scoppiata su Twitter per settimane, ha improvvisamente preso una piega violenta l’8 luglio scorso, quando Alicia Strada (trattasi di uno pseudonimo) di Filadelfia è stata assalita in casa sua, da alcune donne.
Ma andiamo un attimo a ritroso: Alicia, da un po’ di tempo a questa parte aveva gradualmente preso coscienza dell’inganno del gender, cominciando a mettere in discussione l’idea che chiunque possa cambiare il proprio sesso biologico a piacimento. Le sue convinzioni si sarebbero rafforzate quando il suo ex amico, Emanuel Pabon, avrebbe iniziato a costringerla a modificare il suo linguaggio per soddisfare la sua illusione di essere visto da lei come una vera donna, ma Alicia non si sarebbe piegata. Così un bel gruppo di donne: Demi Hart, Shani Monique e Dyandra Harrison, per “difendere l’onore” di Pabon, hanno aggredito Alicia, in casa sua, accusandola di scrivere tweet che diffonderebbero transfobia.
Peraltro il pestaggio sarebbe avvenuto anche ad opera di ex amiche di Alicia, che tuttavia, nonostante il legame con la donna, non avrebbero esitato a prenderla a pugni in faccia e a strapparle violentemente persino l’orecchino che portava alla narice. E’ stato infatti solo l’intervento dei membri della sua famiglia a non far precipitare ulteriormente la situazione. L’incidente è stato peraltro segnalato tramite una serie di tweet da parte di trans che avrebbero espresso esultanza per l’aggressione subita da Alicia.
Adesso, il caso della donna è in mano ai legali ma, non solo l’accaduto non l’avrebbe intimorita, ma l’avrebbe spinta a dichiarare su twitter, che continuerà ad abbracciare le stesse idee anche in futuro, anzi, tutto questo, avrebbe radicalizzato ancora di più le sue convinzioni, spingendola al punto, come scrive ella stessa, di convincerla a portare avanti questa lotta contro un’ideologia che presto o tardi colpisce e colpirà veramente tutti e qualsiasi forma di dissenso.
24/07/2020
Manuela Antonacci
https://www.provitaefamiglia.it/blog/donna-aggredita-e-picchiata-per-essersi-rifiutata-di-usare-pronomi-transgender