«Da quando ho parlato della teoria dell’identità di genere, ho ricevuto migliaia di e-mail – più di quanto abbia mai avuto su un singolo argomento. Molte provengono da professionisti che lavorano in medicina, istruzione e assistenza sociale. Tutti sono preoccupati per gli effetti sui giovani vulnerabili. La triste verità è che se e quando scoppierà lo scandalo, nessuno al momento sarà in grado di dire in modo credibile: “non potevamo saperlo”».
Dopo i tanto criticati tweets della “madre” di Harry Potter in tema di transgenderismo, J. K. Rowling avrebbe recentemente annunciato «uno scandalo che coinvolgerà il mondo della medicina sulle cliniche di identità del sistema sanitario nazionale», leggiamo in un articolo di Open.
La scrittrice è attualmente bersagliata dai tanti che non hanno gradito i suoi tweets in cui afferma che il sesso sia un dato reale, biologicamente fondato: «Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molti di discutere in modo significativo delle loro vite. Non è odio dire la verità», «Rispetto il diritto di ogni persona trans di vivere in un modo che sia autentico e confortevole, marcerei a fianco a voi se foste discriminati sulla base dell’essere trans. Allo stesso tempo, la mia vita è stata plasmata dall’essere femmina. Non credo sia odioso dirlo».
Dopo queste dichiarazioni, ecco dunque l’annuncio di uno «scandalo medico» che riguarderebbe le cliniche d’identità di genere. La Rowling non è l’unica a voler denunciare l’operato di questi centri, anche diversi ex transgender hanno voluto raccontare l’esperienza – di cui si pentono e di cui evidenziano le criticità – della transizione di genere, esprimendo la loro sofferenza per ciò che hanno vissuto.
30/07/2020
Luca Scalise