Matteo Bassetti ammette di non temere la seconda ondata. Ma il pericolo arriva dal flusso di persone negli ospedali.
Altro che seconda ondata di coronavirus. Il vero pericolo che si profila all’orizzonte per il sistema sanitario nazionale è rappresentato dalla psicosi della malattia.
A sostenerlo in una intervista a Radio Radio è Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. Il professore negli ultimi tempi è stato additato di “negazionismo”, termine usato per indicare chi sulla questione Covid-19 si mostra più cauto rispetto alla massa di scienziati ed esperti vari che, invece, prevedono scenari foschi per il prossimo futuro. Ma questo è un appellativo che Bassetti proprio non digerisce. “A chi come me dall’inizio è stato ottimista hanno detto che sono banalizzante, che sono negazionista, mi hanno insultato. Francamente mi sono stufato, che facciano quello che ritengono opportuno, poi vedranno le conseguenze di questo modo di fare informazione a ottobre e novembre”, ha spiegato il professore.
Il punto, ha sottolineato Bassetti, è la paura che oggi si sta trasmettendo agli italiani. Paura che in autunno potrebbe trasformarsi in una vera e propria psicosi generale che potrebbe provocare danni al sistema sanitario. Il problema, secondo la previsione dell’infettivologo, sarà che “al primo starnuto, o al primo colpo di tosse, il nostro sistema sanitario salterà per aria per colpa di chi ha terrorizzato il popolo. Se continuiamo a dire “Ti viene il Covid, sei fritto e muori”, sa cosa succede? Che il primo a cui viene uno starnuto, o 37,2 di temperatura, corre al pronto soccorso. Questo vorrà dire per noi saltar per aria”.
Bassetti, però, cerca di mostrarsi ottimista e puntualizza che ad oggi il sistema sta funzionando. A dimostrazione di ciò vi è il fatto di riuscire a trovare tanti positivi. “Sappiamo fare tanti tamponi, sappiamo intercettare. Quindi dobbiamo “gioire” dei positivi e non, invece, dire che tutto va male”, ha affermato l’esperto. Quest’ultimo ha poi criticato l’informazione che per un periodo “si è concentrata unicamente sui morti, quando erano tanti da poter terrorizzare la gente. Ieri è stato il giorno più basso dall’inizio dell’epidemia, perché due morti in un giorno in tutta Italia non c’erano mai stati, e nessuno l’ha nominato”.
Seppur la situazione oggi risulti migliore rispetto a marzo e ad aprile non bisogna rilassarsi. Bassetti, infatti, ammette che “questo periodo avremmo dovuto utilizzarlo per dire: abbiamo lavorato bene, abbiamo la capacità di fare i tamponi, gli ospedali sono attrezzati. Questa è una malattia che all’inizio ha fatto malissimo, perché aveva dei numeri impressionanti, ma oggi il sistema è preparato, la malattia fa meno male, morde mano di quanto mordesse prima, per cui mettete in pratica le misure – la mascherina, il distanziamento, il lavaggio delle mani -, ma attenzione perché se verrete colpiti potrete anche stare a casa vostra, ed essere gestiti da un sistema che funziona”.
Il professore, quindi, ha invitato tutti a prestare maggiore attenzione alle parole che si usano per raccontare la situazione legata al coronavirus perché se “continuiamo a dire alla gente: “Morirete tutti di Covid-19, siamo pieni di contagiati, l’Italia è un Paese dove non funziona niente e non sappiamo fare nulla”. Il problema non sarà la seconda ondata, il problema sarà l’iper-afflusso di persone poco sintomatiche o con nessun problema, ai pronto soccorso”.
Sulla sintomatologia del Covid, Bassetti ha spiegato che “c’è ancora qualche caso grave sporadicissimo, ma ormai è diventata veramente molto simile a una forma influenzale. Quando arriveremo a ottobre-novembre-dicembre avremo centinaia di migliaia contemporaneamente con questi sintomi”. A quel punto il rischio che salti in aria il sistema esiste “perché tutti saranno terrorizzati da questo virus”.
12 Agosto 2020
Gabriele Laganà
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