Il membro del Cts e direttore scientifico dello Spallanzani fa il punto sullo sviluppo dei vaccini, compreso quello in test nell’istituto di Roma. Si comincia il 24 Agosto “Servono vaccini sicuri, il nostro lo sarà. Spero che Cina e Russia testino il vaccino prima di usarlo.
Oggi si è riunito il Comitato tecnico-scientifico per la prima di una serie di riunioni sulla scuola, che resta un’incognita a poco più di tre settimane dal rientro in classe. Ma mentre i contagi in Italia salgono e i morti fortunatamente restano bassi, c’è un’altro punto interrogativo nella partita del Covid: quello del vaccino, che vede rincorrersi notizie di nuovi test da ogni angolo del pianeta. Dopo Russia e Cina, ieri è toccato a Cuba e al suo Soberana 01.
Ne abbiamo parlato con una persona in prima linea su entrambi i fronti: Giuseppe Ippolito, membro del Cts e direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma. Cominciando proprio dal vaccino che inizierà il test allo Spallanzani il 24 agosto. “Servono vaccini sicuri, il nostro lo sarà. Spero che Cina e Russia testino il vaccino prima di usarlo”. E sulla scuola? A titolo personale, ci ha detto che “senza distanziamento la mascherina sarà una costante”. Ma interpellato sulla fattibilità dell’annuncio di Arcuri, che punta a fare 2 milioni di test sierologici al personale scolastico in 3 settimane, ci ha risposto con un secco no comment.
Partiamo dal numero dei contagi. Si può dire che i 500 contagi giornalieri dell’ultima settimana non sono come i 500 contagi a marzo, perché oggi tra loro vi è una grande maggioranza di asintomatici o paucisintomatici e l’età media è molto scesa?
I 500 casi identificati giornalmente sono la prova che il virus circola. Questa è l’unica cosa importante, il livello di “densità” di circolazione del virus, perché con l’aumentare del numero di infetti aumenta il rischio di trasmissione e di conseguenza il rischio che qualcuno, infettandosi, sviluppi un’infezione grave e anche mortale. Inoltre la procedura di ricerca attiva identifica un maggior numero di soggetti asintomatici rispetto a quando il tampone veniva effettuato solo sui sintomatici. Oggi abbiamo una fotografia precisa della circolazione del virus.
Negli ultimi giorni escono molte notizie di vaccini in fase di test nel mondo. Ci può dire qualcosa del vaccino in sviluppo in Cina?
Il tema è delicato e merita qualche precisazione. La Cina ha dato una prima approvazione a un vaccino che utilizza un adenovirus, l’Ad5-nCoV, sviluppato da CanSino Biologics in collaborazione con l’Istituto di biotecnologia dell’Accademia delle scienze mediche militari, e i cui dati sulla prima fase sono stati pubblicati da una prestigiosa rivista.
C’è poi stato il discusso caso del vaccino russo. Come lo commenta?
Al contrario di quanto accaduto in Cina, almeno per ora, non sono disponibili dati scientifici sul vaccino Sputnik V, che utilizza un adenovirus già registrato dalla Russia, suscitando i dubbi della comunità scientifica e dell’Oms circa le procedure utilizzate per la sperimentazione e i tempi estremamente ridotti.
Ieri è stato il turno di Cuba, che ha annunciato l’inizio dei test sul proprio vaccino.
Cuba, che ha una grande esperienza nella produzione di vaccini, già lo scorso aprile ha comunicato di aver avviato una sperimentazione clinica per un vaccino. Non ho visto l’approvazione, ma solo che avvierà il 24 agosto la prima fase di test clinici del suo candidato vaccino contro il Covid-19, i cui risultati saranno disponibili in gennaio 2021, quindi in tempi normali.
In Europa la Commissione ha proceduto al pre-acquisto di 400 milioni di dosi da AstraZaneca.
La Commissione europea ha sollecitato un accordo sulla produzione del vaccino, lo hanno raccolto quattro paesi tra cui l’Italia e pian piano si adegueranno tutti.
Non c’è il rischio che un vaccino testato in fretta possa avere effetti solo di breve periodo?
Un effetto protettivo di breve durata è forse la criticità minore. Contrarre i tempi della sperimentazione è sempre pericoloso e spero che cinesi e russi stiano effettivamente testando il vaccino prima di utilizzarlo su larga scala. La Russia prevede di utilizzarlo l’anno prossimo. La Cina ha già pubblicato i dati della fase 1 e sono certo pubblicheranno i dati ulteriori.
A che punto siamo col vaccino in test allo Spallanzani? Il 24 lo testerete sull’uomo?
La sperimentazione inizierà il 24 agosto. Il vaccino italiano sviluppato e prodotto da Reithera in collaborazione allo Spallanzani si basa sull’utilizzo di un virus innocuo per l’uomo (tipicamente un adenovirus) come fosse una navicella per trasportare il gene della proteina spike (S) che si trova sulla superficie del coronavirus e che è la “chiave” con la quale il virus “apre” i recettori delle cellule e le invade. In questo modo il vaccino, trasportando nel muscolo del soggetto vaccinato la proteina S del coronavirus come un cavallo di Troia, è in grado di indurre la risposta immunitaria specifica degli anticorpi al coronavirus.
Che garanzie di efficacia e sicurezza dà il nostro vaccino?
Vaccini basati sullo stesso concetto sono già in sperimentazione in altri paesi (Uk, Usa, Cina, Russia) e la tecnologia è stata ampiamente utilizzata contro varie malattie infettive virali (Hiv, Hcv, Rsv, Ebola) e ha dimostrato una forte efficacia protettiva in modelli animali. Ma – soprattutto – questi vaccini sono stati già stati testati nell’uomo, dimostrando di essere sicuri e in grado di stimolare potenti risposte immunitarie in individui di ogni età.
È vero che è difficile testare il nostro vaccino su larga scala (in fase 3) in Italia perché ci sono troppi pochi contagi?
Facciamo la fase 1 e nel frattempo ci organizzeremo su come e dove fare le altre fasi. Esattamente come stanno facendo tutti.
Oggi si riunirà il Cts per parlare di scuola. Che cos’è essenziale per la ripartenza?
Chiaramente rispondo solo a titolo personale. Le cosiddette “misure non farmacologiche” – igiene delle mani, distanziamento, uso della mascherina – devono diventare la nostra normalità.
I ragazzi dovranno sempre indossare la mascherina?
Quando non è possibile il distanziamento la mascherina deve essere una costante.
In Francia e Germania molte scuole hanno richiuso poco dopo la riapertura. Non sarebbe meglio prevedere dei corsi all’interno delle scuole per far capire a studenti e docenti come comportarsi?
Certamente è necessario un percorso per dare consapevolezza dei rischi e responsabilizzare genitori, insegnanti e studenti. Sono sicuro che le autorità competenti sapranno, almeno spero, trovare modi e forme per coinvolgere tutti.
Lucio Valentini
Il Sussidiario
20 Agosto 2020