È l’impressione che si ricava da diverse segnalazioni di vari casi in cui le restrizioni e le precauzioni previste vengono tranquillamente ignorate, con buona pace dei cittadini che con queste regole fanno scrupolosamente i conti. Uno dei più eclatanti è quello evidenziato dall’ex vicesindaco Riccardo De Corato, che ieri ha denunciato quanto accaduto a Spino d’Adda (Cremona) dove un rave party con 1.500 partecipanti provenienti da tutta Europa è andato avanti indisturbato per tre giorni. Caso analogo a Milano quello dei centri sociali. Ieri Il Giornale ha raccontato come nell’ex scuola di via Del Volga uno di questi collettivi abbia aperto addirittura uno sportello sulla salute sessuale, continuando inoltre a organizzare eventi, pranzi e performance artistiche, il tutto nell’inerzia del Comune.
Un altro riflettore su un’area di non rispetto delle regole è stato accesso dalla Nuova Bussola quotidiana, il giornale diretto da Riccardo Cascioli che ha documentato quanto oggi accade il venerdì a Lampugnano, zona Palasharp, dove ormai da molti anni il venerdì si riuniscono a pregare alcune centinaia di fedeli musulmani in virtù di un accordo firmato in Prefettura dal centro di viale Jenner e poi di una delibera comunale che ha stabilizzato questa destinazione. «Il tendone-moschea era pieno – ha scritto Cascioli – almeno 5-600 persone a giudicare dal flusso alla fine della preghiera: tutti i presenti vicini l’uno all’altro, pochissime le mascherine». Questo – va detto – in un «tendone-moschea» autorizzato. Cascioli ha citato il protocollo col quale il 15 maggio governo e associazioni islamiche hanno previsto mascherine, distanze, tappeti «personali» e gestione dei flussi di persone. E ha parlato di «farsa», confrontando quanto visto a Milano con l’occhiuta cautela con cui il Viminale, a quasi due mesi dalla richiesta, ha concesso alla Conferenza episcopale italiana la reintroduzione dei cori – con distanze – e la possibilità che moglie, marito e figli possano sedersi vicini in chiesa. L’eurodeputato Carlo Fidanza (Fdi) commenta notando come ai cittadini «si impongono regole assurde, come quella di indossare la mascherina dalle 18 alle 6» mentre «alla comunità islamica si lascia libertà assoluta».
Intanto in Zona 3 si registra ciò che avviene in via Rombon. Lo denuncia il capogruppo leghista Gianluca Boari citando il gruppo «Lambrate informa»: anche in questo week-end, come succede ormai da anni, il parcheggio del mercato comunale di via Rombon si è trasformato nel terminal per pullman e «minivan» provenienti dall’Est Europa. «Il Comune conosce da anni questa situazione e lascia fare, sembra sempre che per qualcuno le regole non valgano. Questo buonismo – dice – contribuisce a creare rabbia e sfiducia da parte dei cittadini. Pretendiamo di sapere se questa situazione è almeno controllata dal punto di vista igienico e della prevenzione della diffusione del covid
Alberto Giannoni
Il Giornale
18 Agosto 2020