La visita del ministro degli Esteri cinese Wang Yi in Italia è il segnale che la Cina non vedeva l’ora di lanciare. Pechino, dopo aver atteso il momento opportuno, al termine dei mesi più neri della pandemia di Covid, ha spedito a Roma un alto funzionario per riprendere il punto del discorso. Dove eravamo rimasti? Due sono gli step da menzionare per riassumere le relazioni sino-italiane.
Il primo coincide con la firma del Memorandum d’intesa sulla Nuova Via della Seta, avvenuta nel marzo 2019. Per la cronaca, l’Italia è e resa l’unica potenza del G7 ad aver fatto un passo così importante. L’altro anello di congiunzione con la Cina riguarda invece il supporto sanitario fornito dal Dragone al nostro Paese nel bel mezzo della tempesta perfetta, quando il nuovo coronavirus aveva messo in ginocchio mezza Europa. In quei giorni drammatici da Pechino arrivarono aerei cargo colmi di mascherine, respiratori e altri dispositivi di protezione individuale.
Insomma, il gigante asiatico ha fatto capire di tenere particolarmente all’amicizia con l’Italia. Non potrebbe essere altrimenti, visto che Xi Jinping punta a ricucire le relazioni con l’intera Europa dopo mesi carichi di tensione, tra la controffensiva americana per riprendersi gli storici alleati, la diatriba relativa al 5G di Huawei e le accuse di aver fatto diffondere il virus nei cinque continenti.
Anche perché il prossimo 14 settembre è previsto un importante vertice in videoconferenza tra i principali leader dell’Unione europea e lo stesso Xi Jinping. Piatto forte: commercio e investimenti. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la priorità del meeting verterà sulla conclusione dell’accordo di investimento Ue-Cina, da conseguire entro la fine di quest’anno. Al vertice dovrebbero partecipare Angela Merkel ed Emmanuel Macron, oltre che Charles Michel e Ursula von der Leyen. Al momento non sono filtrate indiscrezioni in merito al nome di Giuseppe Conte. Forse, il fatto che il ministro Wang Yi abbia iniziato il suo tour europeo proprio dall’Italia, potrebbe non essere un caso. Potrebbe al contrario essere un chiaro messaggio rivolto all’Europa, per far capire a Bruxelles che, in virtù degli accordi stipulati, Pechino considera l’Italia un interlocutore di primissimo livello.
Tra economia e diplomazia
Wang Yi è stato accolto a Roma dal suo omologo italiano, Luigi Di Maio. Nella prestigiosa cornice di Villa Madama i due ministri hanno tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Di Maio ha ribadito che la collocazione geopolitica dell’Italia non varia, così come non variano le alleanze, che restano “ben salde e forti”. “L’Italia ha sempre avuto ruolo di ponte tra Oriente e Occidente pur tenendo sempre fede alle proprie alleanze storiche”, ha ricordato il titolare della Farnesina, sottolineando che ciò ha dato all’Italia una “personalità unica che ha permesso di avvantaggiare le nostre imprese che esportano il Made In Italy in tutto il mondo”.
Con queste parole si delinea il piano dell’Italia: restare nell’alveo delle potenze occidentali, pur raccogliendo tutti i vantaggi del poter contare su solide relazioni commerciali con la Cina. Potrebbe sembrare un paradosso. Eppure nel resto d’Europa, dalla Francia alla Germania, non c’è un Paese che rifiuti il gioco di sponde tra Washington e Pechino. Roma, nonostante la Nuova Via della Seta, è ancora indietro ma ha davanti a sé enormi praterie che dovrebbe sfruttare al meglio.
Gli accordi firmati
Italia e Cina hanno inoltre firmato accordi nel settore del gas e dell’export agroalimentare, come annunciato dallo stesso Di Maio. Gli accordi firmati, ha detto il ministro italiano, sono un esempio della necessità di rilanciare la cooperazione economica con Pechino. “L’Italia è da sempre schierata a favore di un approccio aperto e inclusivo nella lotta al Covid, che garantisca un accesso equo e universale al vaccino. Ora però è prioritario rilanciare la nostra partnership economica con la Cina, e gli accordi firmati oggi (con Snam nel gas e per l’export dell’agroalimentare Made in Italy) ne sono un esempio. Sono segnali importanti che danno fiducia ai nostri sistemi economici”, ha detto Di Maio.
Scendendo nel dettaglio, sottolineano fonti di agenzia, uno degli accordi è stato firmato da Snam e Pipechina (China Oil and Gas Piping Network Corporation), la neo-costituita società cinese di infrastrutture energetiche, e prevede che Snam, attiva inCina da circa due anni, potrà fornire a PipeChina supporto tecnico per la realizzazione, gestione e manutenzione di infrastrutture di trasporto, rigassificazione e stoccaggio di gas naturale. Snam e PipeChina, inoltre, potranno effettuare attività congiunte di ricerca e sviluppo nella transizione energetica in Cina nonchè sperimentazioni nel settore dell’idrogeno, facendo leva sulla leadership di Snam, tra le prime aziende infrastrutturali al mondo a immettere idrogeno al 10 per cento in volume nella rete di trasporto di gas naturale. Le due società, infine, valuteranno eventuali investimenti congiunti in Cina, dove Snam sarà partner privilegiato di PipeChina, e a livello globale. L’altro accordo riguarda invece il settore agroalimentare, per il quale è stato firmato un protocollo per facilitare l’esportazione di kiwi in Cina.
Il punto di vista cinese
L’esponente del governo cinese ha parlato di “relazioni millenarie” tra Roma e Pechino. Wang ha sottolineato come Italia e Cina godano di un’amicizia “millenaria” e si siano sempre “rispettate e comprese a vicenda”, e ora intendono rafforzare e sviluppare le relazioni bilaterali per i prossimi 50 anni.
“Il rapporto tra Cina e Italia ha resistito alla pandemia, durante la quale la Cina è stata al fianco dell’Italia fin dall’inizio donando materiali medici e protettivi, oltre a inviare tre gruppi di esperti medici. Si tratta di aiuti che non hanno a che fare con la politica o con gli interessi privati”, ha assicurato Wang, secondo il quale la “cooperazione rafforzata rappresenta un buon esempio per il contrasto globale alla pandemia”.
Come se non bastasse, il signor Wang ha ricordato che la Cina è il “primo partner commerciale dell’Italia in Asia e l’Italia è il quarto partner della Cina in Ue, dove ha investito più di 10 miliardi di dollari”. Wang non ha incontrato Giuseppe Conte ma, ha fatto sapere Palazzo Chigi, ha comunque avuto una conversazione telefonica con il premier italiano. Appare evidente come la Cina intenda riaffermare i propri obiettivi economico-diplomatici in Europa. E intende farlo facendo leva proprio sull’Italia.
Federico Giuliani
Il Giornale
26 Agosto 2020