A chi ha le redini della politica e chiede per sé la gestione di un’emergenza l’appellarsi alla sensibilità civile dei cittadini non basta: non può assolversi e sperare solo nella disciplina di tutti noi
Nella guerra contro il virus a noi cittadini spetta l’osservanza delle regole che quotidianamente ci vengono indicate: indossare la mascherina, mantenere le distanze di sicurezza, lavarsi spesso le mani o detergerle con gel igienizzante. Bene, facciamolo, stiamo attenti. Ma a chi ha le redini della politica e chiede per sé la gestione di un’emergenza l’appellarsi alla sensibilità civile dei cittadini non basta: non può assolversi e sperare solo nella disciplina di tutti noi. Non ci sono tamponi sufficienti e per ottenerli occorre sottoporsi a code apocalittiche: il destino non c’entra, hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, e non l’hanno fatto. I bus, le metropolitane, i treni regionali e dei pendolari sono zeppi di persone non distanziate, costrette a rischiare il contagio per andare al lavoro o a scuola, bisognava avere un piano di rafforzamento e incremento del trasporto pubblico: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Mancano le strutture per chi deve stare in isolamento ma non abita in una casa spaziosa dove non contagiare famiglie e conviventi: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Scarseggiano i test rapidi: hanno avuto tre mesi almeno per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto.
Mancano le dosi del vaccino anti-influenzale fortemente consigliato per non stressare il sistema sanitario: hanno avuto tre mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Occorrono più medici e infermieri, ma i bandi partono solo adesso: hanno avuto tre mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Avrebbero potuto avere trenta miliardi del Mes per rafforzare il nostro sistema sanitario che nel Sud è già in pericolo di collasso: hanno avuto parecchi mesi per provvedere, ma non l’hanno fatto per stupidi pregiudizi ideologici e per i veti incrociati che paralizzano ogni decisione. Mancano all’appello migliaia e migliaia di insegnanti: hanno avuto sei mesi per pensarci e provvedere, ma non l’hanno fatto. Mascherine sempre, distanziamento necessario e lavarsi le mani spesso, spessissimo: facciamolo, è urgente e necessario. Abbiamo avuto mesi per pensarci e provvedere, lo abbiamo fatto. Tutto il resto, no. E si permettono pure di fantasticare sul nostro «modello italiano». Pensateci, e provvedete.
Pierluigi Battista
Corriere della Sera
12 Ottobre 2020