Il ddl Zan è passato alla Camera ma non ancora al Senato, ma nel frattempo, a Torino, è passata una mozione per indottrinare al gender gli insegnanti di nidi e scuole dell’infanzia.
Si tratta di una mozione, approvata il 3 novembre dal Consiglio comunale su proposta della maggioranza 5 Stelle, con cui si chiede al sindaco Chiara Appendino di creare un’attività di formazione, addirittura permanente, sull’ideologia gender, per i docenti.
Non ha tardato ad arrivare la denuncia forte del deputato torinese Augusta Montaruli di Fdi
“In piena pandemia – ha fatto notare – la città di Torino si preoccupa di mandare insegnanti di nidi e materne a scuola di gender anziche’ occuparsi di una citta’ che sta in ginocchio”. E ancora: “La legge Zan non è ancora approvata e gia’ i grillini si portano avanti sacrificando i minori davanti all’altare della ideologia arcobaleno”.
Fratelli d’Italia, invece, nella città di Torino, è rappresentata principalmente dal consigliere regionale Maurizio Marrone, che ha sottolineato il movente, ancora una volta, ideologico dell’iniziativa. Mentre la Montaruli, nel lanciare la sua invettiva contro l’iniziativa ha espresso anche l’assoluto diritto delle famiglie di opporsi de facto a certi tentativi sfacciati di colonizzazione ideologica: “Se tutto questo dovesse concretizzarsi le famiglie torinesi devono essere libere anche nelle strutture pubbliche di scegliere i loro insegnanti e non sottoporre i propri figli a lavaggi di cervello.
Un conto è impedire la discriminazione, un conto è, come vorrebbe il sindaco Appendino, dire ai bambini che non esistono mamma e papà ed educarli al genere fluido compromettendo sia i minori che la libertà educativa delle loro famiglie”.
05/11/2020
Manuela Antonacci
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