Charlotte Fien, una giovane donna inglese affetta da sindrome di Down, ha risposto in maniera esemplare a un membro delle Nazioni Unite che recentemente ha esortato il Comitato di cui fa parte ad appoggiare l’aborto dei bambini non nati con disabilità.
Fien ha pubblicato un video su YouTube in cui riprende, per la sua intolleranza, Yadh Ben Achour, avvocato tunisino e membro, in qualità di esperto, del Comitato per i diritti umani dell’ONU.
All’inizio di novembre 2017, Ben Achour aveva affermato che il Comitato dell’Onu dovrebbe continuare a sostenere l’aborto come “misura preventiva” nei confronti dei bambini non nati disabili. “Se dici a una donna: ‘Tuo figlio ha la sindrome di Down’ o che il figlio potrebbe avere un handicap per tutta la vita… dovrebbe essere possibile per lei ricorrere all’aborto come misura preventiva per evitare l’handicap”, ha detto l’avvocato tunisino che si definisce “strenuo difensore dei disabili”, ma che non vede alcun problema nel sopprimere i bambini disabili finché si trovano ancora nel grembo materno. Ben Achour aveva precisato che questo “non significa che siamo contro i disabili o che non aiuteremo coloro che nascono con disabilità”, ma nemmeno “significa che dobbiamo accettare di lasciar vivere un feto disabile”.
Nel suo video-messaggio, Fien risponde all’esperto dell’Onu con queste parole: “Sono un essere umano esattamente come lei. L’unica cosa che ci differenzia è un cromosoma in più. Il mio cromosoma extra mi rende molto più tollerante di lei, signore”. La giovane aggiunge di aver trovato le sue affermazioni profondamente offensive per le persone con disabilità: “Quello che lei sta proponendo si chiama eugenetica”, afferma Fien, “è disgustoso e malvagio, e dovrebbe scusarsi per le sue orribili considerazioni”, inoltre lei “dovrebbe anche essere rimosso dagli esperti del Comitato per i diritti umani”.
Fien ha quindi detto che lei vive una vita meravigliosa, con una famiglia e amici che le vogliono bene, e che non sta soffrendo per la sua condizione. Poi ha esortato il Comitato dell’Onu a sostituire l’avvocato tunisino con qualcuno che combatta davvero per i diritti delle persone oggetto di oppressione, comprese le persone con disabilità come lei. Se il comitato delle Nazioni Unite vuole un vero esperto a proposito della sindrome di Down, ha detto la giovane, lei sarebbe ben felice di dare la sua disponibilità.
Il suo video ha ricevuto il sostegno dell’European Center for Law & Justice, della Fondazione Jerome Lejeune, di Stop Discriminating Down e di Downpride.
I bambini non nati con sindrome di Down e altre disabilità patiscono tassi di discriminazione astronomici. I genitori di questi bambini segnalano frequentemente le pressioni ricevute per abortirli da parte dei medici e dei genetisti.
All’inizio del 2017, un servizio della CBS News ha scioccato il pubblico mostrando la tendenza che penalizza i bambini non nati che hanno disabilità. La rete televisiva statunitense ha reso noto che, in Islanda, vengono abortiti quasi il 100 per cento dei bambini non nati che risultano affetti dalla sindrome di Down. In Francia, questo tasso nel 2015 era del 77%, nel Regno Unito del 90%, e negli Stati Uniti, nel periodo 1995-2011, è risultato pari al 67%. Altri fissano il tasso degli USA al 90%, ma è difficile determinare la cifra con precisione, visto che il Governo degli Stati Uniti non tiene delle statistiche dettagliate sugli aborti.
Lorenza Perfori
Libertà e persona, 10 gennaio 2018