Risorse distribuite a pioggia senza una vera strategia. Sabino Cassese contro la manovra del governo giallorosso
Mentre Lega e Forza Italia bisticciano sulla cosiddetta norma Mediaset-Vivendi, giunge in Parlamento il disegno di legge di bilancio per il triennio 2021-2023. Un provvedimento che l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha così definito in un’intervista a La Verità: «C’è un’impressionante collezione di bonus&marchette. Nell’insieme è un po’ come quello che va al bar e dice: “Da bere per tutti”. E alla domanda: “Chi paga?”, risponde “voi”».
Scostamento di bilancio
Intanto oggi il Consiglio dei ministri approva un altro scostamento di bilancio da 7 miliardi (è il quarto da marzo che va a sommarsi a 100 miliardi di extra deficit, «già polverizzati», come scrive La Stampa). La richiesta sarà votata in parlamento mercoledì. Basterà? Secondo il quotidiano torinese, no. «Il 2021 però è dietro l’angolo e siccome i 38 miliardi della manovra non basteranno, il ministro Stefano Patuanelli ha annunciato che a gennaio servirà pure il quinto scostamento, stavolta da 20 miliardi. In questo caso il Pd vorrebbe tenere l’asticella più bassa, infatti per quanto i vincoli europei siano sospesi, la stabilità dei conti pubblici non è proprio un tema secondario. Il debito veleggia verso il 160% e il deficit 2021 certamente supererà il 7% stimato».
Come lo rilanci il paese?
Come nota oggi sul Corriere della Sera Sabino Cassese «dalla Seconda guerra mondiale, mai l’Italia si è trovata in tante difficoltà finanziarie, ma mai si è potuta giovare di tanti provvidenziali interventi dall’estero». Il problema, però, ancora una volta è che ci sono molto risorse distribuite a pioggia, ma nessuna idea di fondo su dove si vuole portare il paese né risorse non solo per toppare le falle create dal Covid, ma nemmeno per “rilanciare” il paese.
Soluzioni prevalentemente vegetali
Scrive l’ex presidente della Corte costituzionale:
«Questa legge di bilancio è il solito provvedimento “omnibus” (229 articoli), in cui c’è di tutto, comprese misure che hanno ben poche relazioni con la manovra finanziaria e che sono in contrasto con il divieto di inserire nel bilancio norme ordinamentali e settoriali: grandi derivazioni idroelettriche, istituti di patronato, assegno di natalità, congedo di paternità, ferrobonus e marebonus, rigenerazione urbana, Agenzia delle dogane, una singolare Agenzia per il futuro delle città (per la ricerca di “soluzioni prevalentemente vegetali”), molti ampliamenti di organico, migliaia di assunzioni negli uffici pubblici (senza una parola per farli funzionare meglio), altri regali ai sindacati (proprio mentre quelli del pubblico impiego hanno l’infelicissima idea di promuovere scioperi in un momento tanto drammatico). E si può ragionevolmente prevedere che, in Parlamento, il disegno di legge, invece di liberarsi del superfluo, si caricherà di altre misure destinate a soddisfare appetiti locali. Tutto questo con la solita pessima fattura delle leggi, scritte rinviando a migliaia di altre leggi per renderle comprensibili quanto un testo redatto in antico sanscrito».
23 novembre 2020