Sarà la pandemia a incoronare la Cina come prima potenza economica del mondo e a relegare gli Stati Uniti al secondo. Il sorpasso deve ancora avvenire, ma è previsto per il 2028, con cinque anni di anticipo rispetto alle stime precedenti, dal Center for Economics and Business Research (Cebr). Il fattore che si è rivelato determinante è la ripresa deagli effetti del Covid-19, più rapida dietro la Grande Muraglia, dove l’economia crescerà del 2% nel 2020 (si tratta della principale economia a crescere). L’economia degli Stati Uniti invece subirà una contrazione del 5%, il che permetterà alla Cina di ridurre il divario con il suo maggiore sfidante.
LA RIPRESA
Nel complesso, precisa il Cebr, si prevede che quest’ anno il prodotto interno lordo, a livello globale, diminuirà del 4,4%, registrando la maggiore contrazione annuale dalla seconda guerra mondiale. A guidare la classifica con una crescita economica media del 5,7% annuo nel 2021-2025 prima di rallentare al 4,5% annuo nel 2026-2030, sarà apunto il Dragone. Per gli Stati Uniti, il processo di recupero sarà più lento e il tasso di crescita si assesterà all’1,9% all’anno tra il 2022 e il 2024, per calare d’intensità negli anni successivi, scendendo all’1,6 per cento. «La grande novità in queste previsioni – ha spiegato Douglas McWilliams, vicepresidente del Cebr – è la velocità di crescita dell’economia cinese. Ci aspettiamo che diventi un’economia ad alto reddito durante l’attuale periodo del piano quinquennale (2020-25). E ci aspettiamo che sorpassi gli Stati Uniti ben cinque anni prima rispetto a un anno fa».
I NUOVI EQUILIBRI
La quota cinese del Pil globale è aumentata dal 3,6% nel 2000 al 17,8% nel 2019 e continuerà a crescere, secondo il Cebr. Pechino dovrebbe superare la soglia pro capite di 12.536 dollari per diventare un Paese ad alto reddito entro il 2023: eppure, il tenore di vita dei cinesi rimarrà molto più basso che negli Usa e nell’Europa occidentale. Negli Stati Uniti, il reddito medio pro capite è di poco superiore a 63mila dollari, mentre nel Regno Unito supera i 39mila dollari. Nel riassetto futuro degli equilibri mondiali, secondo il report del Cebr, il Giappone rimarrebbe la terza economia più grande del mondo, almeno fino all’inizio degli anni ’30 del XXI secolo, quando sarà stato superato dall’India. A quel punto, la Germania, di conseguenza, scivolerà dal quarto al quinto posto della top ten, mentre il Regno Unito del dopo Brexit scivolerà dal quinto al sesto posto. Per quanto riguarda l’Europa, che nel 2020 rappresenta ancora il 19% della produzione mondiale, pare destinata a una discesa inesorabile, fino a toccare il 12% entro il 2035. In particolare, l’economia destinata a soffrire maggiormente quest’ anno sarà quella italiana (-11%), tanto da perdere sette posti in classifica, dove è attualmente settima e nel 2035 comparirà al quattordicesimo posto. Le cause individuate dal Cebr, oltre alla deindustrializzazione dell’ultimo decennio del secolo scorso, si riassumono in un clima politico instabile, nella mancanza di riforme strutturali, nel declino democrafico e nel peso del debito pubblico.
27 dicembre 2020
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