Si chiama Veronica Antal, e la sua storia è simile a quella di Santa Maria Goretti. Non solo. Quando fu uccisa, vittima di una violenza cui lei non si concesse, stava proprio leggendo il libro sulla storia della santa. E lo aveva detto che, se le fosse successo lo stesso, avrebbe agito allo stesso modo.
La storia di Veronica Antal si inserisce in quella dei cosiddetti “santi della purezza” di cui è piena l’agiografia del XX secolo. Così, oltre a Santa Maria Goretti, ci sono state una serie di ragazze in odore di santità che preferirono la morte al peccato, non accettarono lo stupro. E tra le Sante della purezza si annoverano le beate Teresa Bracco (1924-1944), Pierina Morosini (1931-1957) e Carolina Kozka (1898-1914); e poi la Serva di Dio Concetta Lombardo (1924-1948). Si annovera tra queste anche la Serva di Dio Veronica Antal, il cui martirio è stato riconosciuto da Papa Francesco in una udienza concessa lo scorso 26 gennaio al Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
L’esame sul martirio era cominciato nel 2006, e la causa diocesana era stata avviata a partire dal 2003 a furor di popolo, perché tutti, nella diocesi di Iasi, già la chiamavano Santa Veronica, e la sua tomba, così come sul luogo del martirio, si radunano da sempre gruppi di persone in preghiera.
Nata il 7 dicembre 1935 a Nisiporesti da una famiglia contadina, cresciuta con la nonna Serafina che le trasmette la fede e la laboriosità, Veronica non ha nulla di particolare: segue i genitori a lavoro nei campi da quando è bambina, ma non trascura la scuola, come tutti in quel tempo. Si pensa che il destino di Veronica sarà quello di sposarsi e mettere su famiglia, tanto che la madre comincia a preparare la dote.
Intorno ai 16 anni, però, Veronica scopre la vocazione religiosa, e chiede di entrare tra le suore del convento di Halaucesti, un villaggio vicino. La famiglia non è contenta della scelta, ma non è solo questa la difficoltà: la Romania è entrata nell’orbita sovietica, viene imposto l’ateismo di Stato, le Congregazioni religiose vengono chiuse.
Veronica Antal non può entrare in convento, ma vive da suora tra le mura di casa e nel servizio nella parrocchia. La chiamano suora, anche se non lo è. E lei aderisce alla Milizia dell’Immacolata fondata da padre Massimiliano Kolbe, entra nel Terz’Ordine Francescano e fa in segreto voto di castità.
Va ogni giorno con un gruppo di amiche ad Halaucesti, per partecipare alla Messa. La sera del 24 agosto 1958 è invece sola, a piedi, percorrendo gli otto chilometri che la separano dal villaggio di casa. Pavel Moranu la avvicina, tenta di violentarla, non riesce e allora la uccide con 42 coltellate.
Un martirio in tutto e per tutto simile a quello di Santa Maria Goretti, di cui stava leggendo il libro proprio in quei giorni. Con il decreto del 26 gennaio, Papa Francesco ha così ufficializzato una venerazione già diffusissima nella diocesi di Iasi. Una Santa Maria Goretti romena che si aggiunge alla schiera dei santi della purezza.
Andrea Gagliarducci
ACI Stampa, 30 gennaio 2017