Un genitore ha intentato una causa contro lo Stato di New York cercando di ribaltare le leggi che vietano la pratica incestuosa in modo da poter sposare il proprio figlio adulto. Siamo all’ultimo passo dello sfacelo sociale, dove alle virtù si sostituiscono i vizi. La causa è stata presentata alla Corte federale di Manhattan il 1 aprile scorso, si chiede che un giudice dichiari le leggi sull’incesto “incostituzionali” in modo che un genitore possa sposare la propria prole in una cerimonia ufficiale.
La moda poliamorosa, oggi il politicamente corretto la chiama affetti amorosi non ‘monogami’, potrebbe traformarsi in un baleno in liberalizzazione del poliamore famigliare ed incestuoso. Il genitore di New York che ha presentato una richiesta legale per sposare il proprio figlio adulto, la definisce una richiesta di “autonomia individuale”. Il genitore che vuole rimanere ‘autonomo’, non intende cioè divorziare dall’altro coniuge, ma aggiungere al primo matrimonio un secondo matrimonio con il figlio, vuole anche che le leggi che vietano la pratica incestuosa siano abolite. Il genitore ha spiegato richiesta dicendo: “Attraverso il legame duraturo del matrimonio, due persone, qualunque sia la relazione che potrebbero altrimenti avere tra loro, possono trovare un maggiore livello di espressione, intimità e spiritualità”, e dunque al legame con il coniuge, si vuole aggiungere il legame coniugale con il figlio della coppia. La documentazione riportata dal New York Post non permette di aver altri dettagli sugli ‘aspiranti sposi’, sesso, età, città natale, o attuale natura della loro relazione. Si conosce solo che l’uno è genitore e l’altro il figlio.
Spiegando la ragione dell’anonimato, il genitore ha detto al NYPost che la loro richiesta di matrimonio appare “moralmente, socialmente e biologicamente ripugnante” per un ampio segmento della società. E’ certo però che i coniugi sono adulti, attualmente sposati ed entrambi condividono il rapporto genitori biologici con il figlio che uno dei due vuole sposare in matrimonio. Un matrimonio che si vedrebbe aggiunto ad un altro matrimonio in vigore. Una aberrazione figlia di decenni di culture e politiche apertamente dissacranti verso il matrimonio e la famiglia naturale, entrambi istituti che traggono le proprie radici compiute nei millenni di tradizione cristiane e che hanno forgiato le civiltà occidentali.
Solo negli ultimi mesi diverse cittadine degli Usa hanno riconosciuto nei propri registri civili le relazioni poliamorose, l’ultima a balzare agli onori (si fa per dire) delle cronache era stata la cittadina di Cambridge nel Massachusetts lo scorso fine marzo. Cambridge aveva ridefinito le ‘partnership domestiche’ per dare alle relazioni gli stessi diritti di una coppia sposata. Sede dell’Università di Harvard, Cambridge era la seconda città dello Stato, dopo la vicina Somerville (luglio 2020), a riconoscere legalmente il poliamore. Tuttavia, pur considerando le relazioni poliamorose come “una famiglia”, queste relazioni non erano tra consanguinei, sinora nessuno al mondo si era spinto sino alla richiesta fatta nei giorni scorsi a New York.
E’ ovvio che la guerra decennale nei confronti del matrimonio porti alla decadenza e all’abbandono completo di ogni termine tradizionale e costume di civiltà per come l’abbiamo conosciuto negli ultimi millenni, proprio perché il matrimonio richiede esclusività, permanenza e fedeltà sessuale. Una società che rifiuta l’idea di complementarietà sessuale, non ha alcuna ragione reale per rifiutare il poliamore. Una volta che la legge e la cultura promuovono l’idea che l’aspetto ‘maschile-femminile’ del matrimonio possa discriminare e violare la giustizia e l’uguaglianza tra le persone, non abbiamo solo ‘ampliato’ il concetto di matrimonio, abbiamo fondamentalmente ridefinito ciò che esso significa. Il virus globale, rappresentato bene da diversi articoli pubblicati nel corso degli ultimi mesi dalle maggiori testate occidentali, racconta della assoluta insignificanza di ogni discorso sulle differenze tra matrimoni monogami e unioni poliamorose, è la ‘felicità ciò che conta davvero’.
Lo ha raccontato la Deutsche Welle tedesca lo scorso 31 gennaio 2021, un mese dopo (24 febbraio 2021) The Independent, inglese, ribadiva gli stessi concetti di serietà, generosità, dedizione e sincerità nelle relazioni poliamorose e lo scorso 6 marzo la CNN diffondeva nel mondo le immagini dei tre papà californiani e la loro storia di voler far includere nel certificato di nascita del figlioletto ‘surrogato’ i cognomi di tutti e tre i ‘genitori’. Film per il grande pubblico sono già in preparazione, altri usciti nei cinema, con tanto di corredo di fiction, cartoni animati e super-eroi e sono centinaia le ricerche e gli articoli pseudo scientifici e culturali che nell’ultimo decennio promuovono il poliamore. Questo sfacelo della famiglia e della società a chi conviene? ‘Cui prodest’ questa sistematica sostituzione sociale ed educativa delle virtù con i vizi? L’abolizione di matrimonio e famiglia porteranno al disastro sociale, civile ed educativo che già oggi tocchiamo con mano in tutto l’Occidente. Abolite le tradizioni cristiane, estirpata la consapevolezza della dignità umana, il mondo scivola verso quelle pratiche devastanti già rivissute nelle ‘comuni comuniste’ degli anni ’70 del secolo scorso. Non chiamatelo progresso, ma tragedia.
Luca Volontè
20 aprile 2021