TEMPI.IT – Il modello Singapore: «Così trasformeremo il Covid in una influenza»

By 10 Luglio 2021Coronavirus

L’ampio piano della task force ministeriale per vivere con un virus che non se ne andrà: vaccini, terapie, stop al tracciamento ossessivo e alla conta di infetti, morti e ricoverati del giorno.

Singapore vuole dare un taglio alla conta dei casi Covid e convivere davvero con il virus, «non possiamo sradicarlo ma possiamo trasformare la pandemia in qualcosa di molto meno minaccioso, come l’influenza e la varicella, e andare avanti con le nostre vite».

Mentre in Asia e nel’area del Pacifico si inaspriscono le restrizioni per frenare la variante Delta, la “tabella di marcia” della task force ministeriale della città-stato sta interrogando molti paesi: il ritorno alla normalità di Singapore potrebbe diventare un modello per tutti?

Assurdo puntare a “zero contagi”

Secondo il ministro del commercio Gan Kim Yong, il ministro delle finanze Lawrence Wong e il ministro della salute Ong Ye Kung dobbiamo smettere di puntare all’obiettivo di “trasmissione zero”, nessun paese arriverà mai a questo risultato, nemmeno Singapore che con rigorosissimi controlli su 5,7 milioni di abitanti è diventato caso di successo: 36 decessi dall’inizio della pandemia, una media di 18 casi di contagi al giorno nell’ultimo mese. Ma dopo 18 mesi, e con un virus che potrebbe non scomparire mai, è impensabile continuare in eterno col regime delle quarantene, del tracciamento ossessivo, le chiusure alternate, le restrizioni e mascherine onnipresenti.

«Possiamo vivere col Covid»

«Sono passati 18 mesi dall’inizio della pandemia e la nostra gente è stanca di questa battaglia. Tutti si chiedono: quando e come finirà la pandemia?», scrivono i membri della task force sullo Straits Times. «La cattiva notizia è che il Covid-19 potrebbe non scomparire mai. La buona notizia è che è possibile conviverci normalmente. Ciò significa che molto probabilmente il Covid-19 diventerà endemico». Cosa significa? «Che il virus continuerà a mutare e quindi a sopravvivere nella nostra comunità», come l’influenza che ogni anno ammala milioni di persone e rappresenta una minaccia seria per anziani e persone fragili.

«Trasformiamolo in un’influenza»

Anche in questo caso «il numero dei ricoverati per influenza può essere enorme. Ad esempio, negli Stati Uniti ogni anno centinaia di migliaia di persone vengono ricoverate in ospedale a causa dell’influenza e decine di migliaia muoiono. Ma poiché le probabilità di ammalarsi gravemente di influenza sono così basse, le persone vivono con essa. Continuano le loro attività quotidiane anche durante la stagione influenzale, prendendo semplici precauzioni o sottoponendosi a un vaccino antinfluenzale annuale. Possiamo lavorare a un risultato simile per Covid-19. Non possiamo sradicarlo, ma possiamo trasformare la pandemia in qualcosa di molto meno minaccioso, come l’influenza o la varicella, e andare avanti con le nostre vite».

Un programma di vaccinazioni

L’ampio piano di Singapore ha innanzitutto una data: arrivare, forniture permettendo, al 9 agosto a due terzi della popolazione vaccinata con entrambe le dosi. Israele, che pure ha i suoi guai, dimostra che il tasso di infezione tra vaccinati è 30 volte inferiore rispetto a quello tra i non vaccinati, che il rischio di ospedalizzazione è 10 volte inferiore e che con il 60 per cento di popolazione vaccinata gli esiti clinici del Covid sono paragonabili a quelli dell’influenza stagionale degli Usa. A Singapore 120 persone completamente vaccinate (alcune over 65) che si sono prese il Covid hanno avuto solo sintomi lievi o assenti. Per questo i ministri prevedono di lavorare a un «programma di vaccinazione completo e pluriennale».

Stop molecolari, nuovi test in arrivo

Cambierà l’approccio ai test e alla sorveglianza. Non verranno meno i controlli rigorosi ai confini e alle frontiere, ma a livello nazionale verranno implementati in scenari specifici: sempre meno per isolare e mettere in quarantena chi ha avuto contatti con i contagiati, e sempre di più per garantire che eventi, attività sociali e viaggi possano svolgersi in sicurezza. Per fare questo verranno utilizzati test più rapidi e più semplici del tampone: in cantiere ci sono soluzioni veloci come gli “etilometri” che danno risultati quasi immediati, tra 1 e i 2 minuti, perfetti per monitorare i visitatori di scuole, ospedali, centri commerciali o uffici. Il test delle acque reflue servirà a scoprire infezioni introno a dormitori, ostelli o complessi residenziali.

Puntare sulle cure

Terzo punto: puntare sulle cure. «Diciotto mesi dopo l’inizio della pandemia, ora disponiamo di molti agenti terapeutici efficaci nel trattamento dei malati critici, accelerando la guarigione e riducendo la progressione, la gravità e la mortalità della malattia». Secondo i ministri il tasso di mortalità da Covid tra i più bassi al mondo di Singapore si spiega proprio con l’efficacia dei trattamenti utilizzati. Quarto, puntare sulla responsabilità personale. Che non significa delazione o isolamento ma due semplici cose. Buona igiene e personale e cura del prossimo, il vicino, il collega.

Stop alla conta di infetti e ricoveri

Lo scenario delineato è quello di un paese che non vivrà più nel terrore che il sistema sanitario collassi (i vaccini diminuiranno le ospedalizzazioni, le guarigioni a casa saranno accelerate da terapie sempre più efficaci) o con la strategia dei tamponi a tappeto, delle quarantene (i test semplici e regolari filtreranno gli accessi ai test molecolari) e delle restrizioni (previsto un progressivo allentamento fino alla ripresa completa dei grandi eventi).

E che per farlo propone forse la più audace delle soluzioni: smettere di contare e comunicare urbi et orbi, modello Italia, ogni giorno il numero dei nuovi contagi, i ricoverati e i morti. I numeri su cui si concentrerà la task force saranno quelli dei malati gravi, «quanti si trovano in terapia intensiva, quanti devono essere intubati per l’ossigeno eccetera».

L’Italia esca dal gregge cinese

Non ci sono certezze ma come scrive il bravo Carlo Lottieri sulla Provincia «potremmo essere a una svolta fondamentale»:

«Tutto purtroppo iniziò in Cina e quindi secondo logiche in qualche modo “maoiste”: indifferenti a ogni diritto fondamentale. Poi è toccato all’Italia, quale primo paese occidentale, predisporre le misure per affrontare l’epidemia, e il governo Conte nella sostanza ha in larga misura ripreso quanto era già stato fatto a Wuhan. In questo modo Roma ha sciaguratamente fissato una sorta di “nuova normalità”, che ha fatto scuola e a cui gli altri Paesi si sono adeguati. Contro numerose misure difficilmente giustificabili anche sul piano sanitario dalle mascherine all’aperto (mai imposte in Germania, per esempio) ai coprifuoco notturni, soltanto per citare quelle più palesemente irragionevoli, qualche voce critica si è levata, ma in linea di massima è prevalsa una conformistica accettazione di tutto».

Un gregge in stile cinese che tra dibattiti assurdi su mascherina e mix vaccinale è ben lontano dall’obiettivo immunità o zero contagi, «attorno alla pandemia, così, sono fioriti numerosi interessi e, a questo punto, vi è pure il rischio che si continui a rimanere in un’emergenza senza fine, motivata più sul piano politico che su quello sanitario. La speranza, allora, è che Singapore indichi davvero una strada di civiltà per uscire da tale situazione, che davvero non può durare in eterno».

Caterina Giojelli

1 luglio 2021

Il modello Singapore: «Così trasformeremo il Covid in una influenza»