Embrioni consegnati in “delivery”: l’inchiesta del “Giornale” sulla compravendita in Europa per la procreazione assistita. Listino prezzi e rischio utero in affitto
È la nuova “frontiera” della procreazione assistita, in un mondo che viaggia a velocità “doppia” con la moda delle consegne “delivery” che arriva addirittura fino allo smercio (a caro prezzo) degli embrioni umani: la maxi inchiesta lanciata in esclusiva oggi da “Il Giornale” vede la collega Serenella Bettin presentare i risultati sorprendenti di una lunga indagine condotta in ogni parte d’Europa. Kiev-Roma, 1800 euro con consegna a domicilio: è solo uno dei “servizi” garantiti per il trasporto di embrioni congelati che si possono trovare in rete, con un flusso di mercato ormai ben avviato che rende “fissi” i costi minimi e massimi dell’operazione.
«I prezzi delle consegne internazionali vanno da un minimo di 1.400 euro a un massimo di 4mila: ma al doppio del prezzo c’è anche la possibilità di prenotare una consegna entro le 24 ore», spiega “Il Giornale”. Pagamenti fa effettuare in ogni modo possibile, il tutto insomma come una normalissima consegna delivery nelle sere affollate delle metropoli nostrane: solo che invece dell’hamburger o della pizza, a casa ti arriva direttamente un embrione per procedere con la procreazione medicalmente assistita. La fecondazione eterologa è permessa in Italia dal 2014 ma ancora oggi moltissime coppie si rivolgono all’estero per i tempi e i costi decisamente più abbordabili: il turismo della procreazione, riflette Bettin nell’inchiesta, è sempre più in crescita con diverse “zone grigie” difficilmente controllabili dalle autorità internazionali e nazionali.
L’INCHIESTA SUL MERCATO DEGLI EMBRIONI
Per legge, un privato cittadino non può ordinare degli embrioni congelati in una banca del seme estera: nei fatti però, dimostra l’inchiesta de “Il Giornale”, per una coppia alla ricerca di un figlio i tentativi possono essere più semplici del previsto con il mercato “delivery”. Come spiega Assuntina Morresi (dipartimento Chimica all’Università di Perugia e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica), «il trasporto è garantito solo tra centri autorizzati della normativa europea, le spedizioni personali non sono ammesse». Ma avvengono lo stesso e sotto la finta motivazione della “donazione” si nasconde una vera e propria compravendita degli embrioni/ovociti: il trasporto a singole persone è severamente vietato e sarebbe anche punibile dalla legge della fecondazione assistita, come ricorda il magistrato Alfredo Mantovano, eppure il mercato è sempre più sviluppato e fiorente. Nei centri di procreazione nazionali ci sono ancora migliaia di embrioni abbandonati (circa 144mila secondo le ultime stime del Ministero della Salute), con il difficile “smaltimento” che tuttora rappresentano un problema: «siamo in una situazione di stallo», racconta al “Giornale” Alberto Berardi, professore aggregato di Teoria del Diritto Giurisprudenziale all’Università degli Studi di Padova, «con molte spinte verso l’utilizzo di embrioni per la ricerca, la possibilità di sopprimere gli embrioni alla loro scadenza, la destinazione degli embrioni a favore di altre donne o coppie». Tra i tanti “cavilli” che rendono infine la legge sulla procreazione assistita v’è quello sulla maternità surrogata (utero in affitto): vietata in Italia, aggirabile con le agenzie estere che vendono il “pacchetto completo”, utero affittabile e donatrice. 50-200mila euro il prezzo medio, trovabile sui portali online e tradotto perfettamente in italiano: come spiega la Cassazione, citata dall’inchiesta giornalistica, «se tutto viene effettuato all’esterno, compresa la maternità, non si può procedere contro nessun reato».
Niccolò Magnani
Il Sussidiario
6 Luglio 2021