In Arkansas gli attivisti di Indecline, come segno di protesta contro una legge che salvaguarda i nascituri, hanno deturpato la statua del cosiddetto Cristo degli Ozarks appendendovi uno striscione con la scritta blasfema: “Dio benedica gli aborti”. Segno della sempre più netta saldatura tra anticristianesimo e abortismo, caro ai satanisti.
Difficile immaginare qualcosa di più ripugnante dell’accostamento tra fede cristiana e orgoglio abortista, un parallelo assurdo e che sarebbe eufemistico definire paradossale. Eppure è precisamente quest’idea che ha ispirato gli attivisti di Indecline (un “collettivo artistico” attivo da vent’anni), i quali, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, hanno pensato bene di applicare la scritta «Dio benedica gli aborti» su una statua di Gesù. E che statua: su quella del cosiddetto Cristo degli Ozarks, eretta vicino a Eureka Springs, in Arkansas. Realizzato nel 1966, il monumento di 20 metri è infatti un vero e proprio simbolo della zona.
Proprio per questo i militanti di Indecline hanno pensato bene di deturparlo con uno striscione di quasi 15 metri, rivendicando il gesto sui social. «In Arkansas, esiste una statua di Gesù di 65 piedi», recita il loro post, condiviso su Instagram, ma «c’è anche una sola clinica per l’aborto». In realtà, nel mirino di tali attivisti c’è anche altro, e cioè la legge approvata a marzo, la più severa d’America se si pensa che consente l’aborto solo se in ballo c’è la vita della gestante, e punisce le violazioni con multe fino a 100.000 dollari e 10 anni di carcere.
Una norma che va nella direzione della salvaguardia del nascituro, insomma, ma che Indecline, nel suo messaggio, pur senza nominarla, boccia alludendo «a uomini arrabbiati senza sbocchi, che scrivono leggi oltraggiose contro le vagine». Per non farsi mancare nulla, la scritta «Dio benedica gli aborti» è stata pure stampata su delle magliette. «Il meglio che possiamo ricavare, attraverso tutto quel linguaggio e quella grammatica antiquati», fanno sapere sempre questi attivisti, «è che Gesù non era preoccupato dei segni, era preoccupato degli ipocriti. Continuate a lottare per i vostri diritti finché sono i vostri per cui lottare».
Ora, per quanto Indecline finga di non essere una realtà schierata («non siamo necessariamente “pro-choice” o “anti-vita”»), è chiaro come una bravata del genere abbia un’ispirazione anticristiana; tanto è vero che lo stesso gruppo, a marzo, aveva già vandalizzato uno striscione che recitava «Preoccupato? Gesù offre sicurezza», trasformandolo in «Preoccupato? Planned Parenthood offre aborti». Dunque, la ragione che spinge questa realtà ad agire, al di là della patina abortista, è un’altra e consente di sviluppare due brevi considerazioni che possono tornare utili anche nel nostro contesto, per quanto l’Arkansas sembri lontano.
La prima concerne la sempre più netta saldatura tra anticristianesimo e abortismo. Si tratta di un passaggio relativamente nuovo se si pensa che, fino a non molti anni fa, i paladini dei cosiddetti diritti civili parevano più che altro anticlericali. Le loro critiche, in effetti, suonavano più indirizzate contro il clero e «il Vaticano», mentre da qualche tempo le maschere sono cadute ed è possibile notare un anticristianesimo viscerale e a tutto tondo, che curiosamente anima gli stessi ambienti politici che, senza rendersi conto della clamorosa contraddizione, non perdono occasione per promuovere iniziative anche legislative contro i «crimini d’odio».
Una seconda annotazione riguarda il fatto che quanto si vede in Arkansas, in realtà, non accade solo lì. Anche in Italia, infatti, senza che nessuno abbia mai (purtroppo) torto un capello alla legge 194/1978, abortismo e blasfemia vanno spesso a braccetto. Il che fa capire come il mondo abortista, contrariamente a ciò che professa, non sia affatto mosso dall’idea di tutelare diritti. Niente affatto: i diritti sono semplicemente dei pretesti per coltivare sentimenti di odio non solo verso il cristianesimo, come già detto, ma più in generale contro la vita.
Non è un caso che, sempre negli Usa, vi siano anche dei gruppi satanisti in prima fila per promuovere la soppressione prenatale. Un’apparente ingerenza, se si considera che spesso gli aborti sono promossi da chi si professa laico, ma in realtà molto indicativa del fatto che, se si detesta il Creatore, diventa inevitabile prendersela con la vita nascente, che è la prima dimostrazione e traccia del Suo amore. Ecco che allora, per quanto oscene e inaccettabili, le trovate degli abortisti americani hanno molto da insegnarci sulla reale natura di certe battaglie culturali e, soprattutto, di certi fronti ideologici. Chissà che ciò non serva a riportare sulla via della ragione – meglio tardi che mai – quei cattolici che, con rara ingenuità, ancora immaginano che con certe correnti di pensiero si possa stabilire un dialogo.
Giulino Guzzo
La Nuova Bussola
15 Luglio 2021