«Sedici gravi ogni 100 mila dosi»
Mal di testa, dolori muscolari, febbriciattola, brividi. I più comuni effetti lievi dei quattro vaccini anti Covid utilizzati in Italia.
Il 12,8% delle segnalazioni raccolte dal sistema di farmacovigilanza di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) riguarda invece reazioni gravi, 16 su 100 mila dosi. Per gravi si intendono un insieme di sintomi paragonabili a quelli dell’influenza stagionale, anche intensi, più frequenti dopo la seconda dose dei vaccini a mRna (Rna messaggero) e dopo la prima dose di quello targato AstraZeneca.
Il bilancio è contenuto nel settimo rapporto pubblicato ieri nel sito dell’agenzia. Rientra in un lavoro di sorveglianza effettuato a livello europeo, in stretta collaborazione con i tecnici degli altri Paesi. Se si nota qualche discostamento sui tassi nazionali di reazioni avverse, il fenomeno è oggetto di un’indagine approfondita. Finora i dati comunitari sono in linea fra loro. Compreso quel 12,8% dell’Italia che potrebbe sembrare alto ma che invece «è un tasso assolutamente non preoccupante», soprattutto se paragonato al rischio di contrarre l’infezione virale che può dare malattia grave o anche la morte.
Tra il 27 dicembre e il 26 luglio Aifa ha raccolto 84.322 segnalazioni su un totale di quasi 66 milioni di dosi, con una tasso pari a 128 ogni 100 mila dosi. L’87,1% delle schede inviate online da medici, farmacisti o anche normali cittadini, si riferisce a eventi non gravi: dolore sul braccio laddove è stata fatta l’iniezione, febbre, astenia accompagnata da stanchezza, muscoli indolenziti, come dopo una grande fatica sportiva o durante la classica influenza, brividi, nausea.
Le reazioni, gravi e lievi, si sono verificate 8 volte su 10 nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo. Più raramente a due giorni dalla puntura. «La maggior parte riguardano il vaccino di Pfizer-BioNTech, 68%, il più utilizzato nella campagna vaccinale italiana (7 dosi su 10) e solo «in minor misura» il preparato di AstraZeneca (25%), di Moderna (6%) e Janssen-Johnson&Johnson (1%) .
Per la prima volta emergono indicazioni sui giovani: «Nella fascia 12-19 anni la distribuzione per tipologia di eventi avversi non è sostanzialmente diversa da quella osservata negli adulti». Sono una novità anche le prime rilevazioni sulle vaccinazioni eterologhe (due dosi di aziende diverse) negli ultra sessantenni: 114 invii su quasi 400 mila somministrazioni.
Va spiegata una chiave di lettura di questo rapporto. Non è automatico che ad una informazione comunicata attraverso la scheda corrisponda una reazione avversa verificata con approfondimenti. E infatti si parla di «sospetti». Intanto in Italia ieri sono stati registrati 6.596 nuovi contagi e 21 decessi, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Il tasso di positività, con 215.748 tamponi, sale al 3,05% dal 2,3% del giorno prima. Sono 260 i ricoverati in terapia intensiva (+2).
Margherita De Bac
Corriere della Sera
5 Agosto 2021