TEMPI.IT – «Eliminare il Covid-19 è un miraggio». Con il virus bisogna convivere

By 1 Settembre 2021Coronavirus

Neanche il regime cinese, con le sue misure draconiane, è riuscito a cancellare il virus. Green pass e vaccini non bastano: è ora di introdurre «politiche mirate per affrontare i rischi»

Il Covid-19 può essere sconfitto, ma può essere anche eliminato? Secondo due professori della Stanford e della George Mason University, la seconda opzione è un «pericoloso e costosissimo miraggio». Solo tre paesi, scrivono Jay Bhattacharya e Donald J. Boudreaux sul Wall Street Journal, hanno fissato esplicitamente questo obiettivo e adottato misure idonee a raggiungerlo: Cina, Australia e Nuova Zelanda.

Neanche la Cina ha eliminato il virus

Il Dragone ha letteralmente murato in casa gli abitanti delle zone a rischio contagio, imposto quarantene di 40 giorni, costretto i cittadini a curarsi e assumere medicinali anche in assenza di test che comprovassero l’infezione da Covid-19. Pechino ha largamente arginato la pandemia, almeno ufficialmente, ma la risalita dei contagi di queste settimane, che hanno portato il regime a nuovi screening di massa e a nuove restrizioni, sembrano indicare che neanche la smisurata forza di un apparato dittatoriale è in grado di cancellare il virus. Australia e Nuova Zelanda, pur con metodi meno tirannici, hanno inseguito lo stesso obiettivo, imponendo lunghi lockdown e chiusure indiscriminate a ripetizione, ma i successi sono stati soltanto temporanei. L’esperienza di questi due anni, e quella storica dell’umanità nell’affrontare i virus, dimostrano secondo gli autori di fissare il giusto obiettivo nella battaglia contro il Covid-19: non eradicarlo, ma «imparare a vivere con esso».

Il Covid-19 non è il vaiolo

«La storia per nulla stupefacente dei risultati dell’umanità nell’eliminare le malattie contagiose ci mette in guardia sul fatto che i lockdown, per quanto draconiani, alla lunga non funzionano. Ad oggi, il numero di tali malattie eliminate si limita a due: peste bovina e vaiolo», scrivono gli autori sul Wsj. Secondo i due docenti, «se l’eliminazione del vaiolo – un virus 100 volte più mortale del Covid-19 – è stata un’impresa impressionante, non dovrebbe essere usata come precedente». Sia perché è probabile che anche gli animali possano infettarsi e diffondere il contagio, sia perché «il vaccino contro il vaiolo è incredibilmente efficace nel prevenire l’infezione e la malattia acuta con una protezione che dura dai 5 ai 10 anni. I vaccini contro il Covid-19 sono invece molto meno efficaci nel prevenire il contagio».

Bisogna convivere con la pandemia

La lotta al vaiolo, inoltre, ha richiesto «sforzi globali durati decenni. Niente del genere è possibile oggi, soprattutto se richiede lockdown perpetui in ogni paese del mondo». Le chiusure, infatti, «richiedono di sacrificare beni e servizi non legati alla salute così come altre priorità sanitarie», a partire dalla salute mentale danneggiata dai confinamenti. Secondo Jay Bhattacharya e Donald J. Boudreaux, dunque, «l’unica soluzione pratica è convivere con il virus allo stesso modo in cui abbiamo imparato a vivere nei millenni con centinaia di altri patogeni. Politiche di protezione mirate possono aiutarci ad affrontare i rischi. Il tasso di mortalità e ospedalizzazione causati dal Covid-19 sono incredibilmente diversi per giovani e anziani. Ora abbiamo ottimi vaccini che aiutano a proteggere le persone più vulnerabili. La priorità dunque, più che i lockdown, dovrebbe essere proteggere con i vaccini le persone vulnerabili dovunque». Nessuno, sostengono gli autori, dichiarerebbe mai fuorilegge le automobili «per azzerare i morti negli incidenti. Se viviamo prendendoci simili rischi non è perché siamo indifferenti alla sofferenza ma perché capiamo che il prezzo da pagare per azzerare simili rischi sarebbe troppo grandi. Lo stesso vale con il Covid-19».

Scuola e lavoro non si toccano

È per questo che, seguendo il filo del discorso e applicando la strategia della “convivenza con il virus” all’Italia, concentrarsi sul green pass non solo non può bastare, ma rischia di essere fuorviante. Il governo guidato da Mario Draghi ha capito che i vaccini al momento non sono in grado di risolvere la pandemia, come affermato dagli studiosi d’Israele, e infatti ha imposto il green pass ai docenti della scuola per continuare a insegnare ma non ha escluso la chiusura degli istituti in zona arancione e rossa. Convivere con il virus significa proteggere con i vaccini tutte le persone vulnerabili e allo stesso tempo realizzare gli investimenti adatti, prendendo tutte le misure precauzionali necessarie, per tenere la scuole aperte tutto l’anno, sempre, anche in zona arancione e rossa. I risultati dell’Invalsi e i dati sulla dispersione scolastica infatti parlano chiaro: la Dad non è un buon surrogato della scuola vera e se lo strumento è stato utile nei primi tempi, per forza di cose confusionari, della pandemia, non può essere adottato come soluzione a lungo termine. A meno che non si consideri quello allo studio e alla scuola come un diritto di serie B, minando il futuro di una intera generazione di giovani. Chiudere le scuole a oltranza a ogni recrudescenza della pandemia non eliminerà il Covid-19 (ammesso e non concesso che possa essere eliminato). Per convivere con il virus bisogna fissare delle priorità, dei beni da tutelare tanto quanto la salute: la scuola in presenza, come il lavoro, è uno di questi. Lo scriveva su Tempi Giancarlo Cesana già nel novembre 2020: «Se si vuole vivere, bisogna convivere con il Covid che sarà ancora tra noi per parecchio tempo. Il rischio di infezione non potrà mai essere zero, anche con il vaccino. Di qui la necessità di migliorare l’efficacia delle cure. Ciò non contrasta con le cautele preventive indicate ai singoli e alla collettività. Contrasta con il cedimento alla tentazione del lockdown, inteso come chiusura acritica di tutto o quasi, che è soluzione apparentemente semplice e radicale, ma disastrosa, di chi non sa cosa fare».

Leone Grotti

Tempi

9 Agosto 2021