Circa un mese fa, alla Corte Suprema del Regno Unito, gli avvocati di Elan-Cane, che afferma di avere un’identità non binaria, sostenevano che essere costretti a dichiarare un sesso sul passaporto sarebbe una violazione dei diritti umani.
Il Governo del Regno Unito sostiene invece che tale presunta violazione è giustificata perché il mantenimento della sessualità binaria è importante anche sul piano amministrativo. Questo caso, la cui decisione verrà presa entro la fine dell’anno, segnerà la prossima frontiera dell’attivismo trans, poiché il messaggio nascosto è che gli esseri umani possono essere senza sesso e che alcune persone non sono né maschio né femmina.
Per la logica trans in primo luogo diventare “senza sesso” permette alle persone di rinunciare alle regole basate sul sesso e di eludere le definizioni legali standard del Regno Unito. Ma questo non riguarda solo loro. Questo conta soprattutto per le donne e le ragazze. È dannoso anche per i diritti degli omosessuali, perché la definizione legale dell’orientamento sessuale si basa appunto sulla sessualità binaria. Immaginate se non sapessimo che il 98% delle persone con condanne sessuali sono maschi e se anche solo un 70% di persone condannate per questi reati si dichiarassero donne e chiedessero di essere rinchiusi nelle carceri femminili. Eppure lo studio inglese “Future of Legal Gender”, finanziato con circa 600mila sterline di sovvenzioni governative alla ricerca, sta già promuovendo questa idea.
Negli Stati Uniti le tentazioni sono simili e ormai l’ideologia ‘woke’ si è fatta strada nelle istituzioni, spingendo ideologie ridicole ma pericolose, come il transgenderismo, nel tentativo di convertire e controllare la cultura. Una marcia pericolosa che ha persino trovato la sua strada nei libri per bambini, con titoli come “Il nuovo vestito di Jacob” e “Il mio ragazzo principessa” che spingono l’ideologia LGBTI sui bambini piccoli quando sono più vulnerabili. I programmi televisivi per bambini come “Blue’s Clues” e “The Babysitters Club” hanno iniziato a promuovere le loro teorie sui bambini per cercare di indottrinarli con i dogmi arcobaleno. A tutto ciò, un brillante tentativo di reazione e ritorno al realismo è rappresentato dalla “Brave Books”, un’organizzazione statunitense, che sta creando e pubblicando storie pensate per le famiglie, raccontando storie che affrontano la propaganda LGBTI a testa alta, in modo divertente e facilmente comprensibile.
Nel suo libro numero uno che è appena uscito, “Gli elefanti non sono uccelli”, si legge nell’introduzione che “la maggior parte può vedere che c’è una netta differenza tra un elefante e un uccello, ma in questa storia, vedremo che anche quelle linee sono confuse quando le bugie dell’Avvoltoio Cultura sono accettate come verità”. Il padre e fondatore dell’organizzazione e della casa editrice è Trent Talbot, un genitore che insieme ad altri ha intrapreso questa iniziativa perché non poteva fidarsi della cultura in voga negli Stati Uniti per aiutare a radicare valori veri e realismo nei suoi figli. Talbot ha detto che “quando è nata mia figlia, mi sono reso conto che non potevo contare sulla cultura che mi circondava per insegnare dei buoni valori, i valori di cui hanno bisogno per lavorare sodo, prendersi cura dei deboli, apprezzare la libertà che adoriamo”.
La casa editrice “Brave Books” si concentrerà esclusivamente su storie per bambini e offre ai genitori gli strumenti per affrontare quella che viene definita come “una vera guerra in corso per i cuori e le menti dei nostri bambini. E ovunque c’è solo propaganda”. La grande marcia di distruzione intellettuale prosegue, lo aveva profetizzato Chesterton cento anni orsono, è ora il tempo affermare con ancora più durezza che due più due fa quattro, le foglie son verdi d’estate e gli elefanti non sono uccelli volanti.
31/08/2021
Luca Volontè
https://www.provitaefamiglia.it/blog/contro-lideologia-lgbt-bisogna-affermare-anche-che-gli-elefanti-non-volano