La variante Omicron è l’ultima variabile che minaccia il ritorno alla normalità dopo la pandemia. Gli scienziati di tutto il mondo studiano dati, statistiche, reazioni, contano gli anticorpi, pubblicano studi: l’obiettivo è cercare di dare risposte scientifiche appropriate tempestivamente. Ma c’è un posto nel mondo dove tutto questo non avviene, ed è la Cina. Pechino continua a non essere trasparente sui dati che riguardano l’origine della pandemia, ha boicottato in tutti i modi l’indagine internazionale che aveva come obiettivo quello di investigare la nascita del virus Sars-CoV-2, e si comporta in modo irresponsabile tenendo nascosti i dati sui suoi vaccini.
Non è un problema solo cinese. Più di 1,1 miliardi di cinesi, circa l’80 per cento della popolazione, sono stati vaccinati con Sinopharm e Sinovac, i vaccini sviluppati e prodotti nel paese. Ma la comunità internazionale ha permesso che la Cina usasse i vaccini come un’arma diplomatica ed esportasse all’estero, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, miliardi di dosi.
Di cui però si sa pochissimo, e con il diffondersi prima della variante Delta e poi di Omicron le poche notizie che circolano non sono incoraggianti: secondo uno studio preliminare dell’Università di Hong Kong, due dosi del vaccino prodotto da Sinovac non sono sufficienti a immunizzare una persona contro la variante Omicron, e non si sa se una terza dose aiuterà a proteggersi. Pechino non può permettersi di ammettere: i nostri vaccini non funzionano. Non lo farà mai, perché sono il simbolo di un progresso scientifico-tecnologico messo a disposizione del resto del mondo.
Per paura di nuovi casi, a due anni dall’inizio della pandemia la Cina continua a usare metodi di contenimento non farmacologici, che vuol dire: test di massa obbligatori, chiusure, lockdown, isolamento. E dei paesi a cui è stato offerto aiuto dalla Cina, ma era un aiuto farlocco, di chi si occupa? L’Organizzazione mondiale della sanità ha già dimostrato più volte di non saper dire di no alle pressioni cinesi, e questo è un problema di tutti.
Il Foglio
21 Dicembre 2021