Lo scienziato è quello che fa la scoperta; il suo operato non è programmabile ed è letteralmente impagabile. Il progresso della scienza, delle scienze, è opera degli scienziati, animali talmente rari che vanno tenuti da conto.
Vorrei fare un commento a caldo su questa notizia di un quasi anticorpo che potrebbe aiutarci contro il virus del Covid. Questi due anni hanno visto di tutto e non tutto male, fortunatamente. Il nostro paese non ha fatto una brutta figura e quasi quasi si è comportato meglio di altri. Non è andata tanto male neppure la circolazione delle informazioni, anche se molti si sono lamentati della continua passerella di esperti, dagli epidemiologi ai virologi, dagli infettivologi agli immunologi, alla quale abbiamo assistito tutti. Si trattava di esperti e di tecnici, anche validissimi, che venivano invariabilmente definiti scienziati. Che si trattasse di scienza non c’era dubbio, come pure che si trattasse di uomini di scienza; ma scienziati no. Non che non ci fossero scienziati fra di loro e qualcuno è stato anche menzionato. Ma quelli che io chiamo scienziati del campo, ovvero Alberto Mantovani e Rino Rappuoli, per non parlare che dei maggiori, erano rimasti un po’ a margine. O si erano tenuti a margine.
La scienza, sia medica che non medica, si porta avanti con l’ausilio di diverse competenze: ci sono gli operatori sul campo, comprese alcune persone di spicco e di vasta esperienza; ci sono gli esperti, a volte anche non medici, che valutano, consigliano e fanno previsioni; ci sono i comunicatori e i divulgatori, che garantiscono la circolazione di notizie fondate; e poi ci sono gli scienziati. Lo scienziato è quello che fa la scoperta; il suo operato non è programmabile ed è letteralmente impagabile. Il progresso della scienza, delle scienze, è opera degli scienziati, animali talmente rari che vanno tenuti da conto. E magari coccolati.
Mi chiedevo che stessero facendo mentre noi guardavamo la televisione da casa. Ora ho capito o, meglio, ho comiciato a capire e spero che sia sempre di più così. I gruppi di Mantovani, di Rappuoli, con la collaborazione di altri tra i quali Elisa Vincenzi del San Raffaele, hanno studiato una proteina che risale agli albori della risposta immune e hanno dimostrato che può esserci utile anche in questo caso. Insieme a tutto il resto ovviamente. Non è la soluzione di tutti i problemi ma è una sana boccata d’aria fresca. Che smuove le acque. Ci voleva!
Edoardo Boncinelli
Corriere della Sera
2 Febbraio 2022