La scorsa settimana è stata resa pubblica la “Relazione annuale 2020 al Parlamento del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194/1978”, quella riguardante i dati annuali sugli aborti effettuati.
I dati
Nel 2020 gli aborti, cioè l’uccisione di esseri umani nella prima fase della vita, sono stati 66.413, cioè 182 al giorno, vale a dire il numero di popolazione di città come Massa, Viterbo, Potenza…, “rase al suolo” e completamente distrutte.
In molti, hanno subito affermato, che la pratica dell’aborto è giunta al minimo storico con 6.607 uccisioni in meno rispetto all’anno precedente e ben 168.388 in meno rispetto al 1983, l’anno record che aveva registrato 234.801 interruzione di gravidanze.
Al di là del fatto che anche solo “un aborto all’anno” sarebbe troppo, i numeri della relazione vanno contestualizzati per attribuirgli un valore reale.
Perché meno aborti?
1.Diminuzione delle donne in età fertile e incremento della sterilità nelle coppie.
Questi fenomeni ci fanno affermare che gli aborti sono diminuiti in percentuale molto ridotta. Confrontando l’anno 1983 con il 2020 si rileva che le donne in età fertile sono diminuite del 35%, ragion per cui ogni dato deve essere letto all’interno del crollo demografico che ha significativamente ridotto le donne feconde.
2.Le pillole abortive
La cosiddetta “contraccezione d’emergenza” è aumentata in modo esponenziale. Di cosa stiamo parlando? Del Norlevo e della ElleOne che per l’acquisto dal 2015 per le maggiorenni e dal 2020 per le minorenni è stato l’eliminato l’obbligo della prescrizione medica. E così, nel 2020 sono state vendute 289.503 confezioni di Norlevo la c.d. “pillola del giorno dopo” contenente Levonorgestrel e 266.567 confezioni di ElleOne la c.d. “pillola dei 5 giorni dopo” con Ulipistral acetato. Ma “l’onestà intellettuale” del Ministro della Salute Speranza ha scordato di ricordarci che questi due prodotti non sono farmaci contraccettivi ma abortivi, poiché per il loro potere antinidatorio producono il mancato impianto nell’utero dell’embrione eventualmente appena formato e dunque un aborto precocissimo quanto inavvertito.
Lucubrazioni della Chiesa Cattolica? No, certezze scientifiche, che ormai ritengono che la vita umana ha origine nell’istante in cui l’ovulo femminile (oocita) s’incontra nell’ ampolla della tuba di Falloppio con lo spermatozoo maschile e lì inizia il percorso di un “nuovo individuo” detentore di un “nuovo” DNA composto da ventitrè cromosomi dello spermatozoo e ventitrè cromosomi dell’ovocita che guiderà lo sviluppo di questo essere umano e non potrà essere sostanzialmente modificato. Dunque, un DNA geneticamente differente dall’uomo e dalla donna che lo hanno concepito, quindi dotato di una “vita propria”. E’ questo il momento di “non ritorno” poichè i due patrimoni genetici hanno costituito un individuo intersecandosi a vicenda. Pertanto, come ricorda il professore F. Gilbert nel testo Developmental Biology (il manuale di biologia maggiormente diffuso nelle università americane), nel capitolo VII intitolato “La fertilizzazione: l’inizio di un nuovo organismo”: “La fertilizzazione è il processo mediante il quale due cellule sessuali (i gameti) si fondono insieme per creare un nuovo individuo con un corredo genetico derivato da entrambi i genitori” Developmental Biology, Sunderlamd, pg. 185).
Ebbene, negli ultimi anni, i progressi della genetica e dell’embriologia, hanno confermato scientificamente, quindi rigorosamente argomentata, l’intuizione cattolica. Pure la procreazione medicalmente assistita ha mostrato aspetti prima ignorati. Anche lo scienziato K. Kalthof afferma: “Gli animali, inclusi gli uomini, iniziano la propria vita come oociti fertilizzati, che si sviluppano in adulti attraverso lo stadio embrionale e giovanile (Analysis of Biological Development, McGraw-Hill, pg. 8). Il biologo e farmacologo A. Vescovi, scienziato di fama internazionale, è ancora più esplicito: “Qualunque fisico esperto di termodinamica può dire che all’atto della fecondazione c’è una transizione repentina e mostruosa in termini di quantità e qualità d’informazioni. Una transizione d’informazioni senza paragoni che rappresenta l’inizio della vita: si passa da uno stato di totale disordine alla costituzione della prima entità biologica. Un’entità biologica che contiene tutta l’informazione che rappresenta il primo stadio della vita umana, concatenato al successivo, e al successivo, e al successivo, in un continuum assolutamente non scindibile, se non in modo arbitrario” (La dignità del nascere, Ed. San Filippo Neri, pg. 75). Ammonisce il prof. J. Scotson: “È fondamentale essere precisi quando si usano parole e frasi (…). Contraccezione significa ‘contro la concezione’, cioè impedisce che si verifichi la fecondazione. Mentre lo scopo di queste pillole è di prevenire l’annidamento e l’ulteriore sviluppo del concepito e quindi procura un aborto chimico. Non potendo impedire ciò che è già avvenuto, l’uso del termine ‘contraccezione d’emergenza’ è errato” (Emergency Contraception. Use of the Term is Erroneus, BMJ 1995, n. 311, pg. 762).
Quanti aborti nel 2020?
Ebbene, Norlevo e ElleOne, non prevenendo l’ovulazione ma agendo sull’azione antinidatoria, possono provocare un evidente aborto chimico nei confronti di un embrione fecondato.
Se fosse possibile calcolare l’azione antinidatoria quanti aborti dovremmo conteggiare? Il doppio, il triplo, il quadruplo…?
E, per informarvi, il “Contatore degli aborti nel mondo” ci mostra che dal 1 gennaio 2022 ad oggi si contano sul pianeta 19.474.193 aborti.
Don Gian Maria Comolli