Lavoro di cittadinanza

By 15 Aprile 2018Migranti e povertà

Federico è un romeno de Roma: nato a Est e rinato sotto il Cupolone. Lavora nel ramo «fatica fisica»: dove c’è un peso da spostare, c’è lui. Mentre sta ultimando un trasloco con la forza di mille braccia, i piedi inciampano su un portafogli.

L’occasione fa l’uomo ladro, ma non se quell’uomo è Federico. Si attacca ai campanelli del quartiere, prendendosi anche risposte sgarbate. Setaccia i social e persino il buon vecchio elenco del telefono, finché riesce a raggiungere il legittimo proprietario, Luca Moriconi, un giornalista di Rai News 24 che il portafogli lo aveva ormai archiviato alla voce «rimpianti». Per sdebitarsi, Moriconi porta a Federico una colomba pasquale e del denaro. Federico accetta la colomba, ma non la ricompensa, che pure gli spetterebbe per legge. «Quei soldi tienili per i tuoi figli. Io preferisco guadagnarmeli con il sudore. Se conosci qualcuno a cui occorre un lavoretto in muratura o una mano per il trasloco, ti sarò grato se vorrai fargli il mio nome».

Accidenti a te, Federico, abbattitore seriale di luoghi comuni. Esistono stranieri minacciosi che bivaccano ai margini delle nostre strade e paure, così come esistono poveri cristi senza un impiego che necessitano di un salario per sopravvivere. Ma tu sembri atterrato apposta su un tappeto di pregiudizi per rammentarci che non è la nazionalità a fare di qualcuno una persona perbene, e che c’è ancora chi ambisce a guadagnare soldi alla vecchia maniera: lavorando.

Massimo Granellini
5 aprile 2018
(http://www.corriere.it/caffe-gramellini/18_aprile_04/lavoro-cittadinanza-massimo-gramellini-ddc00d84-3849-11e8-8e5f-085098492e12.shtml)