La recente notizia che il famoso attore e cabarettista ebreo Gad Elmaleh, franco-marocchino, ha deciso di diventare cattolico, ha suscitato molto scalpore. Così come l’annuncio che il suo nuovo film racconta il suo viaggio spirituale come ebreo convertito che si prepara al battesimo cristiano. Reste un peu (Rimani un po’) uscito in Francia il 16 novembre, è un film autobiografico in cui Elmaleh, 51 anni, e i suoi genitori interpretano la propria parte in «un misto di finzione e realtà», come ha spiegato lui stesso. L’attore popolare spera che il suo “coming out religioso” incoraggi il suo pubblico a riflettere sulle questioni fondamentali della fede, delle radici e della comunicazione intergenerazionale. Ma a guardare alle prime reazioni al suo tentativo di sostenere la causa della tolleranza religiosa, la strada appare tutt’altro che in discesa.
Già prima dell’uscita del suo film, la polemica sulla conversione di Gad Elmaleh aveva diviso l’opinione pubblica francese tra sostenitori e oppositori, soprattutto nel mondo ebraico per il quale era un modello. C’è un nocciolo duro restìo a perdere l’immagine del talentuoso intrattenitore una volta chiamato “l’uomo più divertente di Francia”; l’uomo che ha lasciato il Marocco per trovare fama e fortuna; che soprattutto è entrato a far parte della famiglia reale di Monaco attraverso la sua relazione con Charlotte Casiraghi, figlia della principessa Caroline, dalla quale ha avuto un figlio, Rafael. Nello stesso tempo, la persona che secondo Elmaleh lo ha portato alla fede cristiana rimane misteriosa per i suoi critici: la Vergine Maria. «Lei è la ragione per cui amo il cattolicesimo – dice -, è il mio amore più bello adesso», la vera «star del film».
In un’intervista al quotidiano francese Le Figaro, Gad Elmaleh, nato ebreo berbero, racconta con entusiasmo di come ha incontrato per la prima volta la madre di Cristo: «Ho scoperto la Beata Vergine per caso, da bambino, a Notre Dame de Lourdes a Casablanca. Andando contro le indicazioni dei miei genitori, perché la loro fede lo vieta [entrare in una chiesa cristiana], ho spinto la porta della chiesa e mi sono trovato faccia a faccia con una statua gigantesca della Beata Vergine che mi guardò dritto negli occhi. Non era una visione, solo una semplice statua, ma ero pietrificato. Scoppiando in lacrime per l’emozione, mi sono nascosto per paura di essere scoperto dalla mia famiglia, per paura delle maledizioni e della superstizione. È rimasto il mio segreto per tutta la mia infanzia. Da allora, dopo aver ricevuto una medaglia miracolosa di Maria, sono convinto di essere stato a lungo sotto la protezione della Vergine, la porto come protezione».
Nel luglio 2020 poi, è «stato colpito profondamente» da una povera ragazza contadina che ha avuto apparizioni mariane e che è stata dichiarata Santa nel 1933. Elmaleh è stato infatti invitato a co-produrre il musical “Bernadette de Lourdes”. Dice: «Sono solo un comico e anche se sono di fede ebraica cerco di capire tutte le credenze. La storia di Bernadette mi ha commosso. Lei mi ha parlato. Non è solo un racconto, è una moderna testimonianza sulla Parola rivelata, sulla fede, sulla verità che non può lasciare indifferente nessuno, qualunque sia la sua religione». Inoltre «ho scoperto persone, famiglie che, ogni anno, dedicano il loro tempo e il loro cuore ai malati. Ho visto la generazione di mio figlio raggiungere le persone fragili. Giovani aperti al mondo, in un luogo pieno di persone in difficoltà. Voglio sottolinearlo. In un mondo in cui siamo chiusi, dove i social network corrodono i nostri giorni, questi giovani coinvolti nel contatto con gli altri testimoniano valori universali. Tutto questo mi tocca enormemente e mi commuove», ripete.
Ma ci sono altri che hanno ispirato Elmaleh «nel cammino». In primo luogo, gli scritti di Jean-Marie Lustiger (1926-2007), cardinale ex arcivescovo di Parigi che, come lui, ha vissuto lo stesso braccio di ferro tra la fede ebraica dell’eredità familiare e l’attrazione per la religione cattolica. Il cardinale è nato Aron Lustiger in una famiglia ebrea ashkenazita emigrata dalla Polonia in Francia. Si convertì alla fede cattolica all’età di 14 anni. Al suo funerale fu recitata la “Kaddish”, la preghiera ebraica per i lutti. È in suo onore che Elmaleh ha scelto il suo nome di battesimo: Jean-Marie.
Un’altra figura importante che cita è il cardinale Robert Sarah, già prefetto in Vaticano della Congregazione per il Culto divino. Si sono incontrati al santuario di Paray-le-Monial, presso l’Abbazia di Sénanque, dove Elmaleh si reca di tanto in tanto. «Non sono estraneo alla spiritualità, alla fede, al cammino personale, alla ricerca intima. Ma ci sono momenti – confida – in cui ho bisogno di stare con persone che sperimentano qualcosa di puro, una verità senza artifizi. Questo mi permette di ristabilirmi in relazione a ciò che vivo, alla notorietà, al mondo in cui ci troviamo».
Ma quando gli è stato chiesto in un’intervista a Le Pèlerin se Reste un peu ha anche un messaggio per i cattolici, Elmaleh ha notato quanto i cattolici siano timidi rispetto a musulmani ed ebrei. «Io dico loro che è loro responsabilità trasmettere il messaggio della Buona Novella e di nessun altro. I valori cristiani sono grandiosi! Basta leggere i Vangeli. Mi chiedo spesso perché i cattolici siano così discreti – a volte pieni di complessi – o autocensurano la loro fede», ha risposto.
Evidentemente molti cattolici hanno perso la consapevolezza che Elmaleh invece ha scoperto: la promessa della vita eterna. Infatti, nel film risuona una frase del Vangelo: «E chi ha lasciato, a causa del mio nome, case, fratelli, sorelle, un padre, una madre, figli o terreni, riceverà il centuplo, e erediterà la vita eterna» (Mt 19,29). Ed Elmaleh dice: «Amo tanto questa frase! È saggezza». FONTE: LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
Anno di uscita: 2022
Paese: Francia
Genere: Drammatico-Commedia
Regia: Gad Elmaleh
Durata: 110 min
Produzione: Isaac Shorry
Distribuzione: Studio Canal